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Osservare la Costituzione e le leggi, un dovere più stringente per le forze di polizia

Piero Innocenti il . Corruzione, Criminalità, SIcurezza

forze ordineTutti i i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e la legge. Questo dovere è ancor  più vincolante per quei cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche come lo sono gli appartenenti alle forze di polizia e per questo devono prestare giuramento nei casi stabiliti dalla legge (art.54 Cost.).

Un impegno che per gli appartenenti alla Polizia di Stato, nel momento dell’assunzione in prova, si traduce nella “promessa solenne” di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi dello Stato, di adempiere ai doveri dell’ufficio nell’interesse dell’Amministrazione per il pubblico bene (art.2 T.U.1957 n.3).

All’atto della nomina nei ruoli della Polizia di Stato viene prestato “giuramento”, può essere in forma individuale o collettiva, secondo la formula sopra indicata. Doveri che sono essenzialmente quelli riguardanti la fedeltà, la diligenza, la legalità, la rettitudine, la subordinazione e che valgono anche per le altre due forze di polizia a ordinamento militare, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.

In questi ultimi mesi, tuttavia, sono stati ancora molti gli episodi che hanno “macchiato” le divise di appartenenti alle forze di sicurezza e che hanno lasciato profonda amarezza in tutti i cittadini che hanno fiducia nei riguardi dei vari Corpi di polizia con una stragrande maggioranza di persone perbene.

Riepiloghiamo, sinteticamente, alcuni di questi fatti per cercare di capire quali possono essere i “corto circuiti” che portano tutori dell’ordine a compiere azioni delittuose, anche gravi.

Non può non lasciare increduli la notizia di luglio scorso di un’indagine a Cuneo sulla presenza della’ndrangheta a Bra conclusa con 12 persone arrestate (8 in carcere e 4 ai domiciliari) e la presenza, tra gli indagati, di tre carabinieri e due agenti della polizia penitenziaria in servizio a Saluzzo.

E, sempre nel corso del mese, a Cosenza la notizia di tre finanzieri ed un poliziotto indagati nel contesto di una indagine sempre sulla ‘ndrangheta per aver passato informazioni riservate ai mafiosi.

La vicenda più inquietante alla quale anche la stampa nazionale ha dedicato ampio risalto è stata sicuramente quella di Piacenza con l’arresto di sei carabinieri (altri quattro indagati) della Stazione cittadina, accusati di traffico di stupefacenti, estorsioni, torture nei confronti di pusher fermati e condotti in caserma (per tutti, in questi ultimi giorni, la Procura della Repubblica ha richiesto il giudizio immediato ritenendo di avere elementi di prova sufficienti e certi).

A Locri (Reggio Calabria), i carabinieri, durante un controllo su strada, arrestano un agente della Polizia di Stato trovato con oltre sette chilogrammi di cocaina nascosti nel doppiofondo della sua auto.

Ad Anzio (Roma) al termine di una indagine su tangenti per la gestione di uno stabilimento balneare vengono arrestate cinque persone tra cui due poliziotti (ai domiciliari).

Passata l’estate ma non qualche “pessima “ abitudine come quella del comandante della polizia locale di Lavena Ponte Tresa (Varese) arrestato per corruzione (avrebbe favorito alcuni negozianti e ambulati in cambio di beni e pranzi gratis).

Finisce ai domiciliari, a Latina,un colonnello dei carabinieri (altre dieci persone vengono arrestate) accusato di corruzione per aver informato un imprenditore di essere intercettato dalla polizia giudiziaria ricevendo per questo “servizio” una Smart  e  un cellulare.

In questi ultimi giorni si annotano altri brutti episodi.

L’arresto di un carabiniere (altre due persone arrestate e una ventina quelle indagate) nell’ambito di una indagine sulla pedopornografia della Polizia Postate coordinata dalla Procura di Catania; gli arresti, ai domiciliari, di due carabinieri in servizio a Rho (Milano) accusati essersi impossessati di 11mila euro perquisendo la casa di uno spacciatore; l’arresto di un agente della Polfer in servizio a Venezia per stretti collegamenti con la cosca Serraino avuti sia come poliziotto che come assessore comunale a Reggio Calabria; a Roma si chiude l’indagine che vede indagati militari della Guardia di Finanza e negozianti che vendevano merce contraffatta.

Questi, in sintesi, alcuni dei fatti riportati per lo più dai quotidiani locali, in attesa che le inchieste giudiziarie chiariscano ogni ulteriore aspetto.

Le pecore nere nelle forze di polizia

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