“Criminalità apparente” e “reale”: il dovere di informazioni corrette
Non è una novità che le autorità di pubblica sicurezza, sia a livello centrale che periferico, tendano a rappresentare in generale come “soddisfacente”, la situazione dell’ordine pubblico e della sicurezza sulla scorta dei dati statistici sulla delittuosità riferiti ad un determinato periodo.
E’ comprensibile questo desiderio di “rassicurare” i cittadini che le forze di polizia tengono sotto controllo la situazione, ma non è un’informazione del tutto corretta quella di affermare sic et simpliciter il “calo” della delittuosità facendo riferimento ai reati denunciati, tanto più se il periodo esaminato è quello del 2020 rapportato al 2019.
Nel corso del corrente anno, infatti, come noto, le stringenti restrizioni alla mobilità delle persone e a gran parte delle attività commerciali assunte in tutto il Paese per la drammatica emergenza sanitaria, hanno determinato un forte calo dei delitti in tutte le province.
Il “calo”, registrato anche a Piacenza come evidenziato in occasione della recente riunione del Comitato Provinciale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, è attribuibile a quanto accennato. L’eccezione, per Piacenza, ha riguardato “l’incremento dei reati inerenti gli stupefacenti” (in sostanza lo spaccio) che, come noto, non vengono denunciati dai cittadini (salvo casi eccezionali), ma vengono scoperti dalle forze di polizia (quindi l’incremento denota una attenzione al fenomeno da parte delle forze di sicurezza).
Il “calo” dei reati commessi (denunciati) è stato particolarmente evidente a marzo del 2020 (ma anche ad aprile) come ha rilevato lo stesso Dipartimento della Pubblica Sicurezza (Servizio Analisi Criminale, ufficio a composizione interforze), che con un analitico report sulla delittuosità in Italia nel periodo 1/22 marzo, ha annotato una diminuzione del 67,4% dei furti in generale (22.356 contro i 68.519 dello stesso periodo del 2019), del 72,5% di quelli nelle abitazioni (2.701 a fronte dei 9.805 del 2019), del 59,1% delle rapine nelle case (56 contro le 137), del 56,6% delle rapine in strada (380 contro le 876), per un totale di delitti denunciati nel periodo suddetto pari a 52.596 contro i 146.762 dell’analogo periodo del 2019.
Un “calo” marcato, dunque, anche se erano immaginabili decrementi della delittuosità ancor più forti atteso il “blocco” attuato nelle strade urbane ed extraurbane con controlli stringenti alla circolazione veicolare e pedonale operati dalle forze di polizia e da quelle locali.
Alla fine del corrente anno, stando così le cose e fatte salve eventuali, possibili, ulteriori limitazioni territoriali alla mobilità delle persone che si dovessero imporre per gli aumenti di contagi dal virus, il numero totale dei delitti denunciati (rappresentano la c.d. “criminalità apparente”) in Italia sarà il più basso registrato e, verosimilmente, si attesterà a poco meno di 2 milioni (nel 2008 erano stati 2.709.888 i delitti denunciati, aumentati a 2.818.834 nel 2012 e scesi a poco più di 2.200.000 negli ultimi due anni).
Resta l’interrogativo su quanti siano i delitti che non vengono denunciati per vari motivi dai cittadini e che rappresentano quella “cifra oscura” che non sarebbe affatto trascurabile e che consentirebbe di avere uno scenario più completo della criminalità reale.
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