‘Ndrangheta: infiltrazioni ad Aosta, cinque condanne
Il tribunale di Aosta ha condannato i cinque imputati nel processo Geenna su una presunta locale di ‘ndrangheta nel capoluogo valdostano. Le pene sono: 10 anni per Marco Sorbara, consigliere regionale sospeso; 10 anni per Monica Carcea, ex assessore comunale a Saint-Pierre; 11 anni per Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta sospeso; 11 anni per Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent; 13 anni per il ristoratore Antonio Raso.
La sentenza del collegio giudicante (presidente Eugenio Gramola, giudici a latere Maurizio D’Abrusco e Marco Tornatore) è arrivata dopo oltre sette ore di camera di consiglio. Presenti alla lettura del dispositivo anche il procuratore capo di Torino, Anna Maria Loreto, insieme ai pm Stefano Castellani e Valerio Longi che hanno coordinato l’inchiesta.
Sorbara e Carcea erano accusati di concorso esterno in associazione mafiosa mentre gli altri tre imputati, detenuti, di associazione mafiosa: secondo la Dda di Torino e i carabinieri del Reparto operativo di Aosta sono i membri della locale di ‘ndrangheta del capoluogo valdostano. Raso era anche imputato per tentato scambio elettorale politico mafioso (per i presunti voti promessi alla vigilia delle comunali del 2015 all’allora candidato sindaco di Aosta Fulvio Centoz – che rifiutò – in cambio di posti di lavoro) e per concorso in scambio elettorale politico mafioso (per le presunte promesse a Sorbara e Carcea di voti alle comunali del 2015 in cambio di informazioni riservate, dalle rispettive giunte, a vantaggio della locale di Aosta).
Lo scorso 17 luglio il processo Geenna con rito abbreviato davanti al gup di Torino si era concluso con la condanna di tutti gli altri 12 imputati.
Dall’indagine Geenna è nata un’altra inchiesta di Dda di Torino e carabinieri di Aosta, Egomnia, ad oggi non ancora chiusa, su un presunto scambio elettorale politico mafioso in occasione delle elezioni regionali della Valle d’Aosta del 2018. Nella seconda metà del 2019 avevano ricevuto un avviso di garanzia l’allora presidente della Regione Antonio Fosson, due assessori regionali dell’epoca, Laurent Viérin (Turismo e Beni culturali), ex presidente della Regione, e Stefano Borrello (Opere pubbliche), e l’allora consigliere regionale Luca Bianchi. Le loro dimissioni, nel dicembre 2019, avevano aperto una crisi politica che ha portato ad elezioni anticipate che, a causa del lockdown, sono slittate al 20 e 21 settembre prossimi.
“Le sentenze si rispettano. Abbiamo fatto il nostro dovere”. E’ questo il commento ai cronisti del procuratore capo di Torino, Anna Maria Loreto, all’uscita del palazzo di giustizia di Aosta dopo la sentenza di condanna dei cinque imputati nel processo Geenna su una presunta locale di ‘ndrangheta ad Aosta.
‘Ndrangheta: sentenza Geenna, a parti civili 665 mila euro
Ammonta a 665 mila euro il risarcimento complessivo alle parti civili stabilito dal tribunale di Aosta nel processo Geenna su una presunta locale di ‘ndrangheta nel capoluogo valdostano.
I cinque imputati sono stati condannati a risarcire, in solido tra loro, 150 mila euro alla Regione Valle d’Aosta (rappresentata dall’avvocato Riccardo Jans). Al Comune di Aosta (avvocato Gianni Maria Saracco) dovranno andare 180 mila euro da Marco Sorbara, Nicola Prettico, Antonio Raso, in solido tra loro, e 35 mila euro da Alessandro Giachino. Al Comune di Saint-Pierre (avvocato Giulio Calosso) 200 mila euro da Monica Carcea e Raso e 50 mila euro da Prettico e Giachino. All’associazione Libera (avvocato Valentina Sandroni) 50 mila euro da tutti gli imputati. Tutti i risarcimenti ai tre enti pubblici sono stati dichiarati dal tribunale “immediatamente esecutivi”.
le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni e proprio per questo intervallo di tempo il tribunale ha sospeso i termini di durata massima della custodia cautelare. Il tribunale ha ritenuto i cinque imputati colpevoli di tutti i reati per i quali erano a processo, escluse le aggravanti e ad eccezione dell’ipotizzato scambio elettorale politico-mafioso contestato a Raso alla vigilia delle comunali del 2015 a Saint-Pierre. Tutti sono stati inoltre interdetti in perpetuo dai pubblici uffici.
“Questa sentenza rappresenta un punto, sicuramente”, ha commentato Donatella Corti, referente di Libera Valle d’Aosta. “Il nostro dossier del 2012 diceva le stesse cose che il pm ha riportato all’interno della sua requisitoria e quindi è stato un confermare da altre parti, da altre fonti, quello che era già stato detto”.
Trackback dal tuo sito.