“Caro Hyso, tu hai ancora voce anche se non vivi”
Hyso Telharaj aveva solo 22 anni quando è stato ucciso dai caporali. Era l’8 settembre del 1999.
Era venuto in Italia dall’Albania per cercare lavoro e lo aveva trovato come bracciante agricolo nella zona tra Foggia e Cerignola. Il suo obiettivo era inviare un aiuto economico alla sua famiglia e mettere da parte una piccola cifra per riprendere a studiare: questa sua volontà forte lo sostenne nel dire “no” alle richieste dei caporali. Ma il suo no rappresentava un segno pericoloso per gli altri braccianti e nel corso di un’aggressione, messa in atto per “dargli una lezione”, Hyso fu ucciso. Il suo nome è diventato un simbolo di riscatto e di rinascita, creando un ponte tra Italia e Albania.
A Hyso, e a tutte le vittime del caporalato mafioso, va la nostra memoria e il nostro costante impegno per costruire una società più giusta e responsabile.
Oggi, per ricordarlo, pubblichiamo integralmente la bella lettera che ci ha inviato sua sorella Polikseni Telharaj Pajaj.
“Sono 21 anni che sei senza di noi e noi senza di te. Quando erano i primi anni, non pensavo che avrei potuto vivere tanti anni senza di te. Tutto mi sembrava oscuro e non potevo vivere la giornata e non pensare più al futuro. Ogni giorno e minuto sei nei miei pensieri e nel mio cuore anche oggi dopo 21 anni, proprio come il giorno nero di quel settembre. Sei con me ad ogni passo, non riesco mai a ridere con tutto il cuore, perché ricordo che non sei più con me e penso che una parte del mio cuore non vive più.
Ho tenuto gli occhi lontani sulla strada per molti anni, perché non ero sicura della tua partenza e speravo che tu venissi a dirmi che “Non è vero, sono vivo “, ma tu non sei venuto. Mi sono convinta che tu non vivevi più solo il 20 giugno 2016, quando ho saputo che in Italia il tuo nome si era ricordato. Dentro di me c’era la speranza che saresti tornato un giorno, perché eri pieno di vita, salute e non potevo accettare la tua partenza. Questa era probabilmente la “medicina del cuore” che nostra madre mi disse che Dio ci aveva mandato per far fronte alla tua partenza.
Tu hai voce anche se non vivi, perche nel mese in cui te ne sei andato mi hai detto nel sogno di andare a visitare una ragazza in Italia. Pensavo fosse un sogno senza senso finché ho conosciuta Ajada, la ragazza che mi ha fatto sapere che il tuo nome era ricordato in Italia.
Giugno 2016 è stata la partenza definitiva per noi. Quell’anno morì la speranza che tu potessi tornare e che da qualche parte tu fossi ancora vivo. Ma, nello stesso tempo, nei nostri cuori si è accesa una luce perché il tuo nome ha vissuto e questo ti renderà indimenticabile in questa vita indimenticabile, proprio come Persone rare di questo mondo. Tu sei in due mondi allo stesso tempo: Stella nel cielo e Maestà eterna sulla terra, questo come compenso di Dio, per te che avevi così tanto da dare a questo mondo, ma non te l’hanno permesso.
Oggi, dopo 21 anni, sei nei nostri cuori proprio come allora, con lo stesso amore e dolore, senza essere sollevato e mai dimenticato. Sei il mio grande Amore che resta nella mia anima, proprio come i miei figli.
Ti ameremo per tutta la vita o Luce di due mondi.”
Leggi la storia di Hyso https://vivi.libera.it/storie-519-hiso_telaray
Estradato latitante albanese, accusato dell’omicidio di Hyso Telharaj
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