La nutrita manovalanza di spacciatori di origine africana
Ancora un’operazione antidroga contro gruppi di nigeriani che controllano le piazze di spaccio in diverse città italiane.
Questa volta è toccato a Sassari dove, alcuni giorni fa, i carabinieri hanno arrestato 37 nigeriani che smerciavano eroina e cocaina proveniente dall’Olanda oltre che da Napoli, Torino e Vicenza. Già in passato le indagini svolte dalle forze di polizia isolane avevano evidenziato la presenza di diverse bande di nigeriani (a Cagliari, nel 2019, la Polizia di Stato aveva arrestato corrieri e appartenenti ad una organizzazione che importava cocaina ed eroina dal Sudafrica, dal Mozambico e dall’ Olanda) che in qualche circostanza si erano ben strutturate fino ad assumere le connotazioni tipiche di vere associazioni mafiose.
La DIA, nelle sua relazione del 2019, cita la presenza, in Sardegna (e in Sicilia), della Famiglia Light House of Sicily, una delle quattro famiglie in cui è suddiviso il sodalizio mafioso nigeriano dei Maphite.
A livello nazionale, poi, la DCSA nella sua relazione annuale pubblicata alla fine di giugno scorso, ricorda come siano stati ben 1.942 i nigeriani denunciati nel 2019 all’autorità giudiziaria per traffico/spaccio che, seppur in diminuzione del 9,59% rispetto al 2018, rappresentano sempre il 14,10% sul totale degli stranieri denunciati (13.775) a livello nazionale.
Da annotare, inoltre, che nelle 14 città metropolitane sono stati 703 i nigeriani denunciati per delitti collegati alle droghe (erano stati 774 nel 2018) con il numero più alto a Roma Capitale (237) e a Torino (164). Fanno buona compagnia i gambiani passati dai 731 del 2018 ai 929 del 2019, con una incidenza del 9,29% sul totale degli stranieri denunciati e con Torino che con 115 gambiani ha il valore più alto.
La schiera degli spacciatori di origine africana registra un incremento anche dei senegalesi con un più 21,04% (670 nel 2018, 811 nel 2019) ma i marocchini e gli albanesi conservano sempre il primo e il secondo posto, rispettivamente 2.669 e 2.048, nella classifica delle principali nazionalità di stranieri denunciati per narcotraffico, dove pure troviamo i gambiani al quarto posto con 1.270 denunciati (in prevalenza nel traffico di cannabis) e i tunisini in quinta posizione con 1.054 (per lo più nel traffico di cocaina ed eroina).
Ben strutturate le organizzazioni di narcotrafficanti marocchine presenti in tutta l’Europa (in particolare in Italia, Spagna, Portogallo e Francia) e attive nel traffico di hashish ma anche di cocaina dove risultano denunciati 1.457 marocchini nel 2019 sul totale nazionale di stranieri per questo tipo di droga che viene “..importata dal Sud America al West Africa ed inoltrata nel mercato europeo attraverso l’utilizzo delle direttrici e delle strutture utilizzate per il traffico dell’hashish” (rel. DCSA citata).
Su tutta la criminalità nera emerge sempre quella nigeriana che, nonostante la molteplicità “..dei gruppi (cults) che la compongono, si presenta compatta e con una fisionomia del tutto peculiare..” al punto che la stessa Corte di Cassazione, evidenziandone le connotazioni tipiche ossia il vincolo associativo, la forza di intimidazione, il controllo del territorio e la realizzazione di profitti illeciti, l’ha qualificata in più occasioni, “mafia nigeriana”.
Il rischio è che ciò possa accadere, con il passar del tempo e con le disattenzioni e sottovalutazioni che ci sono state in passato con i nigeriani, anche con gli altri gruppi e bande di narcotrafficanti africani che sono nel nostro Paese e per questo motivo è necessario che l’azione di contrasto diventi una vera priorità.
Spaccio di stupefacenti e altre attività criminali dei gruppi nigeriani
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