Avvocato di Strada, 4.000 persone assistite nel 2019
3988 persone assistite gratuitamente in tutta Italia nel corso del 2019. 1075 avvocati e volontari impegnati quotidianamente in 55 città italiane. Pari a 2,7 milioni di euro il valore del lavoro legale messo gratuitamente a disposizione degli ultimi.
Queste alcune delle cifre contenute nel bilancio sociale dell’Associazione Avvocato di strada.
In una pagina memorabile del libro ‘L’avvocato di strada’, il protagonista ideato da John Grisham dice “Prima di tutto sono un essere umano. Poi un avvocato. È possibile essere entrambe le cose”. I numeri delle nostre attività dell’anno passato lo confermano”. Così Antonio Mumolo, presidente nazionale dell’Associazione.
“Diritto alla residenza, diritto di famiglia, fogli di via, tutela di persone vittime di violenze e aggressioni, diritto dell’immigrazione. Anche quest’anno – prosegue l’avvocato Mumolo – le nostre attività hanno riguardato a 360 gradi pratiche di tutte le aree giuridiche. La residenza anagrafica rimane, come sempre, il tema maggiormente trattato dai nostri volontari. Rispetto al 2018, nel corso dell’anno 2019 sono state ben 351 in più le pratiche aperte per questioni legate all’iscrizione anagrafica, con un incremento del 69% rispetto all’anno precedente. Le pratiche di diritto amministrativo sono state 562: in cima alla “classifica” 355 casi relativi a multe e sanzioni. Le pratiche di diritto dei migranti (permessi di soggiorno, protezione internazionale, decreti di espulsione e cittadinanza, sono leggermente aumentate, passando da 1046 a 1228. Le pratiche di diritto penale sono invece leggermente diminuite passando da 386 a 347”.
“Questo bilancio sociale di Avvocato di strada – sottolinea Mumolo – esce in un momento difficile per tutti noi. Il Covid 19 sta producendo povertà, paura, lacerazioni sociali e distanziamento di coscienze. Alcuni paragonano la pandemia ancora in corso ad una guerra e allora mi vengono in mente le parole di Bertold Brecht, ne “La guerra che verrà”, quando ricorda che: “Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente ugualmente”.
“Purtroppo in questo periodo è cresciuta, anche legislativamente, l’offensiva di una parte di società che fa dell’esclusione, della lotta fra poveri, la sua unica pratica politica. Basta guardare gli effetti dei cosiddetti “Decreti sicurezza” e la battaglia giudiziaria che ne è scaturita e di cui diamo conto nel Bilancio sociale. Il rischio è che adesso questa dinamica possa aggravarsi, anche solo a causa delle conseguenze economiche della crisi sanitaria. Diventerà forse più difficile tutelare i diritti dei deboli. E più prezioso. Noi – conclude Antonio Mumolo – continueremo a farlo con tutta la nostra passione. Non esistono cause perse”.
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