Ezio Bosso e la necessità della musica
Poche persone al mondo riuscivano a comunicare vita come Ezio Bosso che da anni aveva un cancro a tormentarlo e, se non bastasse, è subentrata una malattia degenerativa ad affrettarne la morte.
Ezio Bosso, 48 anni, non c’è più.
Ma ha tracciato solchi sul pentagramma perché lui non è mai stato un esecutore, seppure fine e rigoroso, ma piuttosto un interprete creativo e felice. Uno che la musica la pensava con l’anima e la esprimeva nella gioia. Sembrava che non dirigesse solo con le mani e una bacchetta ma con ogni poro della pelle.
Fino all’ultimo. Fino a quando il male che andava occupando spazi e gesti, gli ha lasciato anche solo una possibilità.
Dall’ultima intervista con Fausto Pellegrini raccolgo alcune provocazioni: “La musica è una necessità. Come respirare, come l’acqua. La necessità di un musicista è di distribuirla a tutti e far star bene” e poi: “Siamo nati per stare insieme, pur con i dovuti momenti di solitudine”.
E ancora: “Il potere magico della musica è infinito (…) perché ci rende tutti uguali. Perché ci rende tutti un’unica società che lavora per essere migliore. Perché ci dà speranza. Perché ci rende umani per davvero”. E infine: “La musica sussurra e ci svela la vita”.
Parole da spartito. Grazie Ezio Bosso.
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