Sipario sul TG del volontariato
Con la fine della fase 1, si è conclusa anche l’esperienza del mio Tg del volontariato.
Da nord a sud, da Trento a Trapani, in questi due mesi ho raccolto ben 49 storie di volontari, di italiani (nativi e adottivi) coraggiosi, indomiti, con un cuore grande così! Il risultato sono le 49 puntate del mio Tg, che dal 9 marzo al 4 maggio ha raccontato la bellezza e la speranza in un Paese segnato dal dolore e dalla perdita di ogni certezza.
Storie di autentici volontari del bene, provenienti da città diverse ma con la stessa missione: dare a chi ha bisogno, impegnarsi laddove c’è da fare. Storie che sono lo specchio di una realtà sulla quale va ricostruito il nostro presente, che in questa fase 2 non è affatto rassicurante. L’impegno più urgente, a questo punto, è riempire il nostro tempo di senso, non di cose. Penso, naturalmente, al senso delle tante azioni “normali”, compiute dai miei eroi del quotidiano.
Il pensiero va a volontari come Damiano Bartolini, della Misericordia di Forlì, che ha sorpassato le auto dei carabinieri (rischiando pure una multa) per anticipare i tempi del soccorso agli anziani rimasti soli. Come gli Alpini di Bergamo, instancabili nel dare un esempio al mondo costruendo un ospedale da campo a tempo di record, meglio dei cinesi di Wuhan. Come i donatori dell’Avis di Napoli, che hanno donato il sangue cantando tutti insieme in corsia. Come i volontari di Ussaramanna, che hanno protetto i loro concittadini in Sardegna distribuendo, casa per casa, ramoscelli d’ulivo benedetti per la Domenica delle Palme, evitando gli assembramenti in chiesa.
Ogni storia che mi è stata donata – proveniente da associazioni di primaria importanza come Auser, Arci, Acli, Comunità di Sant’Egidio, Caritas, Croce Rossa, Nuovi Orizzonti, Legambiente, oppure dal volontario della porta accanto – ha offerto alla mia missione di “attrice sociale” un prezioso materiale per continuare a raccontare il bene, anche in tempo di pandemia. Per me è stato come aver frequentato un Master di umanità.
Un seguito particolare lo hanno avuto proprio le storie raccolte nei piccoli paesi, autentici esempi di solidarietà condivisa. Paesi come Carlopoli, nel cuore della Sila in Calabria, dove l’intera comunità si è messa a disposizione del prossimo in un contesto di alta montagna, difficile perfino da raggiungere. Come Medicina, l’unica zona rossa dell’Emilia, dove un gruppo di volontari ha portato avanti online l’attività di lettura per i concittadini rimasti chiusi in casa. Come Vieste, nel Gargano, dove è nata Radio Amuchina, la “radio sociale” che tutti cercavano ma, come il prezioso disinfettante, nessuno riusciva a trovare. Queste e altre piccole-grandi storie hanno confermato il ruolo del volontariato come aggregatore sociale, unico movimento in Italia capace di unire 6,5 milioni di persone non “contro”, ma “a favore di” qualcosa: 6,5 milioni di persone pronte ad agire per il bene della società.
Di questo movimento, dal 2017, si occupa il progetto #IOSIAMO, diventato uno spettacolo teatrale da me interpretato e già rappresentato con decine di repliche in tutta Italia. Il progetto, grazie al Tg del Volontariato, ha trovato una continuità anche in fase di lockdown del teatro, una fase purtroppo di cui non si intravede una fine, con grave danno per tutti i lavoratori dello spettacolo.
Eppure, come sempre, da ogni fine nasce un inizio. Appena possibile, tornerà in scena #IOSIAMO, e sarà bellissimo condividere pubblicamente questo senso di appartenenza, questa voglia di agire che va oltre le difficoltà quotidiane, questo grande cuore dei nostri volontari.
Perché, come dico in #IOSIAMO e come ho detto in tante puntate del mio Tg:
“Il loro amore non sarà mai inutile”.
Info: www.tizianadimasi.it
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