Schwazer, squalifica definitiva
Il tribunale federale di Losanna conferma la squalifica di otto anni per doping: “Non ci sono fatti nuovi”. L’avvocato Brandstätter: “Non è ancora finita”.
Piove sul bagnato. Il tribunale federale svizzero con sede a Losanna ha respinto la richiesta di annullamento della squalifica di otto anni (che scadranno nel 2024) inflitta ad Alex Schwazer per recidiva al doping. Come ormai noto l’analisi delle provette contenenti i campioni di urine prelevati il 1° gennaio 2016 all’atleta azzurro durante un controllo a sorpresa, avevano dato, al primo esame, esito negativo e poi, trasportate nel laboratorio Wada di Colonia, avevano invece rivelato tracce di testosterone. Di qui la tesi della manipolazione delle provette, ipotesi peraltro considerata plausibile dal gip di Bolzano, Walter Pelino.
Lo scorso dicembre la Corte federale svizzera aveva respinto la richiesta di sospensione in via cautelare d’urgenza della squalifica comminata dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna che già aveva, a sua volta, rigettato il ricorso. Ora l’ennesima stangata.
Come riporta il quotidiano ticinese “La Regione” i giudici elvetici non hanno accolto la tesi difensiva dei legali di Schwazer secondo la quale sarebbero emerse nuove evidenze dalle indagini in corso a Bolzano. La sentenza, datata 17 marzo, è stata resa pubblica solo adesso. Nelle motivazioni si legge che “la pretesa manipolazione, di cui l’atleta si era invano avvalso più volte innanzi al Tribunale arbitrale, non costituisce un fatto nuovo. Anche la giurisprudenza più recente esclude la possibilità di avvalersi di referti allestiti dopo l’emanazione della sentenza di cui è chiesta la revisione”.
“Non è stata pronunciata l’ultima parola. Ora attendiamo con fiducia che i gravi indizi vengano suffragati dal procedimento penale in corso a Bolzano”, dice Gerhard Brandstätter, il legale del marciatore altoatesino, all’Adnkronos.
“Noi abbiamo provato perché c’era Tokyo in arrivo, speriamo ci sia la pronuncia prima dei Giochi posticipati al 2021”. E ancora: “Alex sta bene, è tranquillo, perché sapeva che sarebbe stata rigettata, abbiamo letto le motivazioni, quindi non c’è nulla di nuovo e le motivazioni sono molto scarse. C’è di peggio ma questa è una ingiustizia sportiva, giuridica e morale che stanno mettendo addosso ad Alex, oramai si è capito”, commenta l’avvocato. “Vediamo se qualcuno confesserà, ma se non avremo una confessione speriamo che di fronte ad una manipolazione consolidata da una perizia qualcuno avrà il coraggio di dire che c’è una prova di manipolazione. Il perito ha già detto in udienza che la più accreditata è la manipolazione perché ci sono dei valori del Dna che non sono fisiologicamente spiegabili, quindi qualcuno li dovrebbe spiegare, la Iaaf, il laboratorio di Colonia”.
* Salto.bz, portale d’informazione e social network altoatesino
Caso Schwazer, la Wada non si piega
A Sandro Donati, vero uomo di sport
“Schwazer avrà giustizia”, intervista a Sandro Donati
Schwazer, Donati e lo spirito olimpico
Gelo a Rio: dal Tas otto anni di squalifica ad Alex Schwazer
Trackback dal tuo sito.