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No a scarcerazioni facili e detenzione domiciliare dei boss mafiosi

Scuola di Formazione Antonino Caponnetto il . Associazioni, Brevi, Giustizia

falcone borsellino caponnetto

La Scuola di formazione Antonino Caponnetto si rivolge

al Presidente della Repubblica

al Presidente del Senato della Repubblica

al Presidente della Camera dei deputati

al Ministro di Grazia e Giustizia

al Procuratore Nazionale Antimafia

Interrompiamo le scarcerazioni facili e la detenzione domiciliare dei boss mafiosi.

I boss che tornano nelle loro case diventano simbolo della sconfitta dello Stato e della stessa organizzazione carceraria e sanitaria, riacquistano autorevolezza e controllo mafioso del territorio.

Si chiede che vengano interrotte le scarcerazioni e la progressiva trasformazione del regime del carcere in detenzione domiciliare per mafiosi e responsabili di gravissimi reati.

Sono decine e decine le scarcerazioni e gli arresti domiciliari per i boss di alto livello criminale decisi dai Tribunali di sorveglianza. La circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (D.A.P.), in modo ingiustificato ha seminato allarme per un presunto legame tra patologie pregresse e infezione da Covid19.

Siamo, come dice il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, di fronte al pericolo reale che vengano riattivati i poteri criminali e quella capacità di controllo mafioso del territorio che era stata colpita dall’opera incessante di forze dell’ordine e magistratura con il sostegno consapevole di Istituzioni e società civile.

Ciò che non è riuscito con le stragi del ’92 e del ‘93, con diversi e ripetuti tentativi di trattativa per eliminare il carcere duro e le leggi antimafia, volute proprio da Giovanni Falcone e da Paolo Borsellino, rischia di diventare realtà grazie allo spettro del Covid19, anche se la ribellione e lo sdegno civile dei cittadini, le immediate e decise prese di posizione di magistrati, dello stesso Procuratore Nazionale Antimafia, l’attivismo di politici sensibili alla salvaguardia del bene comune stanno già producendo retromarce significative e alcuni risultati positivi.

Proprio per questo è necessario ampliare e manifestare apertamente la propria domanda di giustizia, a partire da questa raccolta di firme che la Scuola di Formazione A. Caponnetto propone.

Di fronte alla gravità di scarcerazioni troppo facili, anche di boss sottoposti al regime di 41bis, la coscienza pubblica ha imparato a distinguere tra il problema del sovraffollamento nelle carceri e la rigorosa custodia di boss mafiosi sanguinari.

Chiediamo che venga ritirata la circolare del D.A.P. del 21 marzo 2020 e che i provvedimenti carcerari relativi ai detenuti al 41bis ed in generale ai capi mafiosi siano obbligatoriamente sottoposti al vaglio di più soggetti istituzionali: i Tribunali di Sorveglianza, la Procura Nazionale Antimafia e le singole Direzioni Distrettuali Antimafia, applicando quanto previsto dall’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario: “…le misure alternative alla detenzione previste dal capo VI non possano essere concesse ai detenuti ed internati per delitti dolosi, quando il Procuratore Nazionale Antimafia o il Procuratore Distrettuale comunica, di iniziativa o su segnalazione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza competente, in relazione al luogo o di detenzione o internamento, l’attualità di collegamento con la criminalità organizzata…”.

Invitiamo tutti a firmare e ad aiutarci a diffondere questa petizione.

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