I beni confiscati “palestre di vita” in tempo di pandemia
“Palestre di vita”, così li aveva definiti Papa Francesco, il 21 settembre 2017 (giorno dell’anniversario del giudice Rosario Livatino, vittima di mafia) nell’incontro con i membri della Commissione parlamentare antimafia. “I beni confiscati alle mafie e riconvertiti ad uso sociale rappresentano delle autentiche palestre di vita”… e poi aveva aggiunto “lottare contro le mafie significa anche bonificare, trasformare, costruire”.
In questo periodo di pandemia, tra le tantissime iniziative di solidarietà e corresponsabilità nei confronti delle persone più fragili e bisognose, un ruolo importante lo stanno avendo anche quelle realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle organizzazioni criminali.
Sono associazioni, cooperative, diocesi, parrocchie, caritas, gruppi scout, organizzazioni di volontariato, enti di promozione sportiva, centri culturali e fondazioni – più di 850, in Italia, quelle individuate in un censimento della rete nazionale di Libera – impegnate nel rafforzare quel senso di comunità che, oggi ancora di più, è condizione indispensabile per fare in modo che insieme all’emergenza sanitaria non esploda, in tutta la sua disperazione, anche l’emergenza sociale.
Tante di queste realtà, in quei terreni, ville, appartamenti, locali e magazzini sottratti ai mafiosi, oggi preparano e consegnano i pasti alle persone in quarantena e forniscono frutta, verdura e prodotti alimentari, ospitano familiari di persone in cura, organizzano lezioni e servizi educativi online per studenti e giovani, attivano servizi di ascolto e di assistenza rivolti a tutti coloro che vivono in stato di bisogno e povertà. Offrono, altresì, un reinserimento sociale alle persone con disagio fisico e psichico, un’opportunità di lavoro dignitoso – in particolar modo alle persone migranti vittime dello sfruttamento in agricoltura – ed uno spazio abitativo a coloro che non ne hanno ed ai senza fissa dimora.
Anche l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e le Prefetture stanno assicurando la loro collaborazione alle amministrazioni regionali e comunali ed alle associazioni, in questo periodo di emergenza sanitaria.
Alla Regione Calabria sono stati assegnati temporaneamente ed in via d’urgenza due immobili in confisca definitiva che hanno reso immediatamente disponibili 36 stanze ed è stata altresì offerta la possibilità che vengano assegnati ulteriori spazi.
Aderendo alla richiesta della Regione Sicilia, l’Agenzia ha messo a disposizione della sanità regionale la struttura alberghiera San Paolo Palace di Palermo, definitivamente confiscata ad un imprenditore legato ai fratelli Graviano, mandanti – tra i tanti gravi delitti – dell’omicidio di don Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio. La struttura viene utilizzata per le esigenze di isolamento personale relative al contenimento del contagio, in virtù di un accordo con l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo.
Su richiesta del Comune di Castel Volturno in provincia di Caserta, è stato assegnato, in comodato d’uso gratuito temporaneo, un opificio industriale, facente parte del patrimonio aziendale di una società interamente confiscata, che verrà adibito a sito di stoccaggio delle derrate alimentari destinate alle persone in condizione di indigenza. Questa iniziativa – che si colloca nell’ambito della recente ordinanza di Protezione civile in materia di solidarietà alimentare – nasce dalla necessità di assicurare il mantenimento dei servizi di sostegno ai non abbienti.
La situazione dei centri di accoglienza per le persone migranti e del lavoro in agricoltura, settore oggi particolarmente in difficoltà anche in conseguenza dell’attuale emergenza sanitaria, è stata esaminata recentemente da alcune Prefetture.
Per migliorare le condizioni negli insediamenti in cui si trovano numerose persone migranti nella Piana di Gioia Tauro, sono state decise le seguenti linee di intervento:
- attivazione immediata di specifiche misure sanitarie;
- intensificazione delle iniziative di mediazione culturale finalizzate a favorire l’inserimento sociale e lavorativo dei migranti, anche al di fuori del territorio provinciale;
- individuazione di idonee sistemazioni alloggiative, anche attraverso la verifica della disponibilità di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Attraverso queste significative iniziative pubbliche e private, trova nuova conferma l’utilità sociale dei beni confiscati in un frangente che richiede massimo spirito di collaborazione tra enti pubblici e terzo settore, come ci insegna la storia dei 25 anni della legge n.109/96, improntata ai principi dell’etica della responsabilità.
Nell’ottica del riutilizzo dei beni confiscati, infatti, le mafie vengono lette come una questione sociale che affonda le sue radici nella corruzione, nell’indifferenza e nell’individualismo, cioè come un male che può essere vinto solo attraverso un impegno collettivo per ridurre le diseguaglianze e promuovere percorsi di coesione territoriale.
Ma il contributo che il sempre più vasto patrimonio dei beni mobili, immobili e aziendali sequestrati e confiscati alle mafie, alla criminalità economica e ai corrotti può apportare allo sforzo dell’intero Paese, sarebbe sicuramente maggiore se tutti i beni fossero rapidamente restituiti alla collettività e le politiche sociali diventassero una priorità nell’agenda politica, a sostegno dei diritti all’abitare, alla salute pubblica, alla sostenibilità ambientale, al lavoro dignitoso ed ai percorsi educativi e culturali.
Confiscatibene.it, in questi giorni, ospiterà le immagini, le foto, le parole ed i pensieri provenienti dai beni confiscati, dal nord al sud Italia, attraverso un racconto collettivo che vuole contribuire ad alimentare sempre più – e insieme – la speranza.
Qui di seguito, una breve descrizione di alcune delle tante iniziative in corso:
– Cascina Caccia, bene confiscato a San Sebastiano da Po (Torino), gestito dal Gruppo Abele e dall’associazione Acmos. Qui i ragazzi che vivono in Cascina hanno preso accordi con il Comune per mettersi al servizio del territorio: consegnando i pasti alle famiglie in quarantena, permettono così di ricevere gli aiuti necessari senza dover lasciare le proprie abitazioni.
– Il Performing Media Lab, bene confiscato a Torino, gestito dall’associazione Acmos, uno spazio creativo ed espositivo, ha lanciato una call per artisti per creare una mostra virtuale e visitabile a tutti, attraverso i canali social del Performinmedialab, di Libera Piemonte e di Acmos. L’idea è quella di spingere a trasformare solitudine e noia in creazione e ad analizzare questo momento storico e sociale attraverso tutti i mezzi di comunicazione disponibili.
– A Garbagnate Milanese (MI), alla Bottega del grillo, bene confiscato gestito dalla cooperativa Il Grillo parlante, i volontari stanno collaborando con la caritas ed i servizi cittadini per continuare ad essere al servizio della comunità. Si assicura un supporto all’iniziativa #laspesasospesa e si sta progettando la creazione di un #smilebox: un paniere contenente anche prodotti provenienti dai terreni confiscati alle mafie. Prodotti utili per i tanti momenti di consumo nell’arco della giornata, per non rinunciare alle scelte giuste anche rimanendo a casa.
– A Milano, l’associazione Il Balzo – che da più di venticinque anni opera per i disabili e i minori in difficoltà ed attualmente gestisce due beni confiscati alla criminalità organizzata – in questo momento di difficoltà ha deciso di attivare l’educativa a distanza, con appuntamenti settimanali. Si pensa anche ai genitori con percorsi di ascolto via remoto (curati da una psicoterapeuta), mentre per i minori vengono distribuiti compiti stampati per chi non ha dispositivi per la didattica a distanza. Per le famiglie in difficoltà, i volontari provvedono a distribuire pacchi alimentari, fanno segretariato sociale e video conferenze.
– La sartoria Borseggi è un progetto della cooperativa sociale Opera In Fiore che promuove il lavoro per l’inclusione sociale contro recidiva e pregiudizio nel carcere maschile di Milano-Opera. Per l’emergenza sanitaria, si stanno confezionando mascherine per tutto il carcere che ospita più di 1.200 persone detenute. La cooperativa ha in gestione un terreno agricolo confiscato alla mafia, a Milano, dove sta creando percorsi di riqualificazione urbana, di giustizia riparativa e di volontariato con detenuti in permesso, messi alla prova e cittadinanza.
– A Legnano (Milano), l’associazione Cielo e Terra gestisce un appartamento confiscato dedicato all’housing, ovvero all’accoglienza di persone con disagio abitativo. In questo periodo, l’associazione fornisce un servizio di ascolto soprattutto telefonico agli ospiti, per assicurarsi che tutti abbiano da mangiare, in collaborazione con le parrocchie e le caritas cittadine, oltre che con i buoni per l’emergenza alimentare erogati dal Comune.
– L’associazione Andrea Tudisco, a Roma opera per tutelare il diritto alla salute dei bambini, tramite attività di supporto alle strutture sanitarie pubbliche offrendo gratuitamente ospitalità e assistenza ai bambini con gravi patologie e alle loro famiglie, presso un appartamento confiscato e restituito ad una finalità sociale. In questi giorni ha messo a disposizione uno sportello telefonico, per un servizio di ascolto qualificato, specificatamente pensato per un sostegno in questa emergenza.
– L’Angsa Lazio, sezione regionale dell’associazione dei genitori di soggetti autistici, è impegnata nel riutilizzo sociale di una villa confiscata nel quartiere di Roma Campo Romano/Romanina. In questi giorni l’Angsa Lazio ha attivato uno sportello di sostegno online, per offrire consulenza, supporto e conforto per far sentire meno abbandonate le famiglie.
– Nella “Palestra della legalità” di Ostia, realizzata in un edificio confiscato alla mafia, si stanno organizzando lezioni gratuite sui social, e non solo per i propri iscritti. “Talento&Tenacia” è il progetto che vede coinvolto anche un altro bene confiscato, il centro sportivo “don Pino Puglisi”, nella borgata Montespaccato a Nord di Roma, frutto dell’impegno dell’ex Ipab “Asilo Savoia”, al quale i beni sono stati assegnati grazie alla collaborazione tra il Tribunale di Roma e la Regione Lazio. Asilo Savoia consente a cinquanta famiglie in situazioni di disagio economico di ricevere assistenza alimentare, tramite la rete degli empori solidali della caritas.
– Il Consorzio NCO e le cooperative sociali che ne fanno parte si sono messe al servizio con diverse attività. Ad Aversa (Caserta), presso la Fattoria sociale Fuori di Zucca, è possibile utilizzare le aree verdi in gestione per il benessere delle persone con disagio psico-fisico. A Teano (Caserta) la Strada cooperativa sociale onlus, si occupa della distribuzione di mascherine e generi alimentari di prima necessità, in collaborazione con il Centro operativo comunale di Teano. Collabora con il Centro Speranza della diocesi Teano-Calvi al quale vengono donati i ceci coltivati sul bene confiscato dedicato alla vittima innocente di camorra Antonio Landieri. Ha, inoltre, messo a disposizione Casa Miché per l’isolamento-quarantena di coloro che sono stati a contatto con persone positive al Covid-19. A Cellole e Sessa Aurunca (Caserta), la cooperativa sociale “Al di là dei Sogni” partecipa al Centro operativo comunale per la distribuzione alimentare, di farmaci ed il disbrigo di pratiche amministrative coordinate dalla protezione civile. Partecipa, altresì, alla raccolta e distribuzione alimentare delle parrocchie San Marco e San Vito e Santa Lucia.
– A Pignataro Maggiore (Caserta) la cooperativa Apeiron aderisce alla rete territoriale Pignataro solidale, fornendo pasti alle persone fragili del territorio, in collaborazione con la Protezione civile.
– Ad Afragola (Napoli), alla Masseria Antonio Esposito Ferraioli i prodotti coltivati negli orti urbani sono stati raccolti e donati alle famiglie in difficoltà, in collaborazione con le parrocchie del territorio. Uno sforzo enorme, soprattutto per gli oltre centoventi affidatari degli orti.
– A Quindici (Avellino), la cooperativa OasiProject, presso il maglificio 100quindicipassi, in una villa confiscata e dedicata alla vittima innocente di camorra Nunziante Scibelli, ha attivato la produzione di mascherine, grazie ad un protocollo con l’Ente Parco regionale del Partenio e di altri enti e associazioni del territorio. La prima produzione è stata donata ai comuni del circondario.
– A Cerignola (Foggia), la cooperativa Pietra di scarto, che coltiva terreni confiscati ed è impegnata nella costruzione di una filiera etica di produzione, trasformazione e commercializzazione del pomodoro presso il laboratorio dedicato a Francesco Marcone, vittima innocente della mafia, ha avviato la campagna “chi fa per sé, fa per tutti”, prevedendo per ogni pacco di prodotti venduti, un altro in donazione alla caritas diocesana, che da anni collabora con la cooperativa e che in queste settimane è in prima linea per sostenere tante famiglie in difficoltà.
– A Valenzano (Bari), la cooperativa sociale Semi di Vita, che gestisce terreni confiscati, ha lanciato l’iniziativa “donala o aspettala” per autosostenersi in questo momento di difficoltà economica e donare a chi ha bisogno, in rete con le amministrazioni comunali e altre realtà (le caritas parrocchiali, l’associazione Avanzi Popolo ed i presidi territoriali di Libera). Prima di tutti, le famiglie che curavano i filari negli orti urbani.
– La cooperativa sociale Terre di Puglia – Libera Terra ha donato i propri prodotti all’Auser di Mesagne (Brindisi), impegnata a raccogliere beni di prima necessità da destinare agli anziani bisognosi.
– A Isola di Capo Rizzuto (Crotone) la cooperativa Terre Joniche – Libera Terra ha dato in prestito attrezzature agricole per l’igienizzazione di spazi pubblici da parte della protezione civile. Sono stati messi a disposizione della Croce Rossa di Crotone un capannone ed alcuni mezzi per lo stoccaggio e la distribuzione di generi di prima necessità.
– A Polistena (Reggio Calabria) l’associazione Il Samaritano, realtà che gestisce una palazzina confiscata alla ‘ndrangheta, ha attivato un servizio di assistenza gratuita rivolta agli anziani e a tutti coloro che vivono in situazioni di povertà. Sono tante le richieste per il ritiro e l’acquisto di farmaci, l’acquisto di beni di prima necessità, il pagamento di bollette, la consegna di viveri a domicilio.
– Sempre a Polistena, la cooperativa Valle del Marro – Libera Terra ha dato la sua disponibilità a venire incontro alle necessità del Comune e della parrocchia a supporto della gestione dell’emergenza in atto.
– La cooperativa Beppe Montana – Libera Terra, a Lentini (Siracusa) ha donato i propri prodotti alla parrocchia del territorio per i più bisognosi.
– Il Consorzio Libera Terra Mediterraneo, di San Giuseppe Jato (Palermo), ha deciso di donare il 10% del ricavato della vendita dei prodotti su “La Bottega di Libera Terra”, dal 22 marzo al 22 aprile 2020, all’Ospedale Vincenzo Cervello di Palermo, struttura ospedaliera selezionata per l’accoglienza delle persone contagiate. Ha previsto, inoltre, la donazione di prodotti alla caritas diocesana di Palermo per le famiglie in difficoltà.
– A San Giuseppe Jato e San Cipirello (Palermo), le cooperative Placido Rizzotto – Libera Terra e Pio La Torre – Libera Terra hanno dato la disponibilità a fornire i propri prodotti alla protezione civile del territorio.
Per conoscere meglio queste e altre storie, visita il sito Confiscatibene.it
* Vicepresidente di Libera
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