Ordine pubblico e sicurezza nella grave emergenza sanitaria nazionale
La situazione generale dell’ordine pubblico su tutto il territorio nazionale rischia di diventare ancor più problematica in relazione alla gravissima emergenza sanitaria che si è andata determinando in questi ultimissimi giorni.
Le turbolenze, in alcuni casi vere rivolte, con morti e feriti, in diverse carceri e le evasioni – tentate e anche riuscite, come a Foggia – di almeno una ventina di reclusi, sono uno degli aspetti di una situazione che rischia di diventare incontrollabile.
A tutto ciò si aggiungano i trasferimenti, utilizzando mezzi propri e treni, di molti cittadini, dalle “zone rosse” (comprendevano, dopo l’adozione del provvedimento del Presidente del Consiglio nelle notte dell’8 marzo scorso, l’intero territorio della Regione Lombardia e di altre 14 Province) verso altre Regioni del Centro e del Sud, con i pericoli intuibili di diffusione del contagio.
Situazione decisamente peggiorata, dopo l’ulteriore decreto governativo adottato la sera del 9 marzo e in vigore dal giorno seguente di estendere a tutto il territorio nazionale forti limitazioni alla mobilità delle persone e con sospensioni di attività commerciali.
In un contesto così difficile la ministra Lamorgese, con una circolare inviata sin dall’8 marzo a tutti i Prefetti e per conoscenza ai Ministri della Difesa, della Giustizia, dell’Economia e delle Finanze, della Salute e al Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, ha fornito tempestive indicazioni ricordando, tra l’altro, le funzioni e le prerogative “che la legge riserva al Prefetto, a cominciare da quelle di Autorità provinciale di p.s., volte ad assicurare sul territorio il coordinamento delle diverse componenti dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”.
Sollecitata la convocazione “a stretto giro” dei Comitati Provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica “anche da remoto e in composizione flessibile”, la Ministra dell’Interno ha opportunamente ricordato, “ferma restando la piena autonomia nelle materie di competenza regionale”, l’esigenza che in questo momento così delicato per la vita nazionale “non vi siano sovrapposizioni di direttive aventi incidenza in materia di ordine e sicurezza pubblica”, che sono di esclusiva competenza statale e che vengono adottate dalla stessa Ministra, quale Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza e da quelle provinciali ossia dai Prefetti e dai Questori.
Prescrizioni tassative vengono impartite per i necessari controlli agli Uffici di Polizia di Frontiera, operanti ai confini terrestri e a quelli degli scali Aerei e Marittimi.
Un contesto generale nel quale se si dovessero rilevare gravi situazioni di turbamento dell’ordine pubblico non mi stupirei se si rendesse necessario il concorso di contingenti delle Forze armate sempre, naturalmente, sotto la direzione delle Autorità di pubblica sicurezza.
Sono, intanto, iniziati mirati controlli lungo le principali vie di comunicazione e nelle grandi infrastrutture del sistema di trasporto affidati, rispettivamente, alla Polizia Stradale sulla rete autostradale e all’Arma dei Carabinieri e alle Polizie Municipali sulla viabilità ordinaria di rispettiva competenza e alla Polizia Ferroviaria.
Importanti e opportune iniziative sono state adottate nelle Questure adottando una ripartizione delle aliquote di personale impegnato nelle ordinarie funzioni nei servizi giornalieri, esterni e interni, in modo da evitare i contatti tra i dipendenti nei vari turni di servizio e con l’utenza con cui si viene a contatto.
Per ultimo, la chiusura temporanea degli sportelli degli uffici immigrazione per il rinnovo dei permessi di soggiorno, disposta nella serata del 9 marzo, con una nota inviata a tutti questori dalla Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere.
Andremmo incontro a seri problemi se a causa di possibili contagi si dovessero assottigliare le già scarse risorse umane di Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri.
Per ulteriori informazioni, consultare lo speciale sul sito del Ministero dell’Interno
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