Riaperta l’inchiesta su Toni e De Palo, giornalisti italiani scomparsi a Beirut
Graziella De Palo e Italo Toni erano arrivati in Libano il 22 agosto 1980 con un viaggio organizzato dall’Olp e dal 2 settembre successivo non si ebbero più loro notizie. Un testimone ha spinto la Procura di Roma a riprendere le indagini su una vicenda sulla quale calò il segreto di Stato
Nuove indagini e un testimone top secret pronto a parlare sulla scomparsa dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni, rapiti nel 1980 a Beirut e mai più ritrovati. I giornalisti erano arrivati nella capitale libanese il 22 agosto 1980 in un viaggio organizzato dall’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e le loro tracce si persero il 2 settembre.
L’inchiesta venne archiviata nel 1984 quando l’allora presidente del consiglio, Bettino Craxi, appose il segreto di Stato, che nel 2014 venne parzialmente rimosso. Secondo quanto apprende l’AGI, in questi mesi la Procura di Roma – aggiunto Francesco Caporale, sostituto Francesco Dall’Olio – ha disposto nuove indagini, accogliendo la richiesta presentata a febbraio dai figli della giornalista, nella quale si elencavano una serie di nuovi elementi emersi nel corso degli anni.
Il contesto investigativo riguarda il cosiddetto ‘Lodo Moro‘ su un accordo tra l’allora leader dell’Olp, Yasser Arafat e il Governo italiano, indenne dagli attentati dei palestinesi che però erano liberi di usare l’Italia come base e luogo di transito di uomini, armi e esplosivi. Il testimone – un dipendente dell’amministrazione dello Stato di cui non sono note le generalità – ha riferito di essere “a conoscenza di alcune vicende successive all’avvenuto sequestro, trovandosi egli all’epoca a Beirut alle dipendenze del colonnello Stefano Giovannone”.
Nella richiesta depositata in Procura, infine, il legale ha evidenziato le connessioni tra alcuni atti desecretati nell’agosto 2014 e con l’arresto nel novembre 1979 di Abu Azeh Saleh, responsabile dell’Fplp (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) fermato a Bologna per essere il garante del trasporto di due missili terra-aria destinati ai palestinesi.
Il mistero mai risolto dei due giornalisti italiani scomparsi in Libano
Graziella De Palo e Italo Toni erano arrivati in Libano il 22 agosto 1980 con un viaggio organizzato dall’Olp e dal 2 settembre successivo non si ebbero più loro notizie. Un testimone ha spinto la Procura di Roma a riprendere le indagini
Trentanove anni di silenzi, un segreto di Stato parzialmente rimosso e due famiglie che aspettano dal 1980 di conoscere la verità su due giornalisti inghiottiti nel nulla a Beirut. Da allora dei due non si ha alcuna notizia ufficiale.
Graziella De Palo e Italo Toni sparirono misteriosamente nella capitale libanese, in quegli anni dilaniata dalla guerra civile dove si erano recati con un viaggio organizzato dall’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico-militare del paese.
Un viaggio difficile e rischioso, che comunque non ha spaventato i due giornalisti. E così Italo e Graziella partono per la capitale siriana, è il 22 agosto del 1980 e i due arrivano a Damasco, dove si fermano per un solo giorno per poi arrivare a Beirut. La mattina del 2 settembre i due giornalisti escono dal loro albergo per recarsi (accompagnati da non si sa chi) nel sud del Libano a visitare i campi palestinesi.
Il caso Toni-De Palo si trascina per anni, è un mistero mai risolto, dove si intrecciano silenzi, omissioni e depistaggi. Solo alla fine di settembre di quell’anno la famiglia De Palo viene a conoscenza della scomparsa dei due giornalisti. E solo il 29 dello stesso mese il Ministero degli Esteri decide di aprire un’inchiesta, affidandone la guida anzichè a Stefano d’Andrea, ambasciatore italiano a Beirut, al colonnello del Sismi Stefano Giovannone.
Il sequestro viene attribuito alle milizie di ‘Al Fatah’, ma i palestinesi negano ogni responsabilità e lo ribadiscono ancora oggi. Intanto Giovannone diffonde notizie ogni genere: prima comunica che Graziella è viva ed è tenuta segregata sotto la sorveglianza di donne arabe e poi, che non ci sono motivi per ritenerla ancora in vita. “Tutto e il contrario di tutto – racconta la mamma della giornalista – un’altalena tra speranza e disperazione”.
Dopo due anni, finalmente, la procura di Roma apre un’inchiesta ufficiale e l’affida al pm Giancarlo Armati che da subito conclude che “non possano sussistere ulteriori ragionevoli dubbi sulla sorte dei due giornalisti Toni e De Palo”: Graziella e Italo sono stati uccisi.
Il 9 febbraio 1985 il pm chiede che venga spiccato un mandato di cattura internazionale nei confronti di George Habbash: sarebbe lui il mandante del sequestro e dell’uccisione dei due giornalisti. Armati chiede inoltre il rinvio a giudizio del colonnello Giovannone per favoreggiamento. I due – secondo il pm – “erano stati uccisi dal gruppo di Habbash (il Movimento Nazionalista Arabo) subito o quasi. Forse i palestinesi avevano ricevuto qualche indicazione errata”, forse erano stati scambiati per spie di Israele o della destra italiana.
A febbraio 1986 l’inchiesta sulla scomparsa di Italo e Graziella si conclude senza colpevoli: George Habbash viene prosciolto per insufficienza di prove e vengono di fatto prosciolti, perchè deceduti, anche gli uomini del Sismi che hanno ostacolato la ricerca della verità.
A 39 anni dalla loro scomparsa ancora manca una verità certa. Tuttavia sulla vicenda dei due cronisti nel 1984 Bettino Craxi mise il segreto di Stato. Ad oggi lo Stato italiano ha desecretato alcuni documenti relativi all’omicidio, ma non tutti. Sullo sfondo, il cosiddetto Lodo Moro, scaduto definitivamente nell’agosto scorso.
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