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Lotta alla criminalità con meno proclami

Piero Innocenti il . Criminalità, L'analisi, SIcurezza

luciana-lamorgeseLe funzioni del Ministro dell’Interno, Autorità Nazionale di pubblica sicurezza e come tale “responsabile della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”, si compendiano nell’alta direzione dei servizi e nel coordinamento (politico) dei compiti e delle attività delle forze di polizia. Il richiamo ai “compiti” concerne il momento organizzativo-statico mentre quello delle “attività” riguarda la fase dinamica che si attua mediante ordini e direttive del Ministro rivolti alle  forze di polizia.

In questo senso l’art.1 della legge 121/1981 “Nuovo ordinamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”). L’importanza di questa norma sta nel fatto che per la prima volta nella storia amministrativa del nostro Paese si è individuata, quasi quaranta anni fa, un’Autorità Nazionale di pubblica sicurezza (nel testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, del 1931, si parla solo di autorità provinciali e locali di pubblica sicurezza).

Fatta questa sintetica premessa, da un buon Ministro dell’Interno dobbiamo aspettarci una visione politica strategica anticrimine fondata su iniziative concrete sul territorio avvalendosi del Dipartimento della Pubblica Sicurezza diretto dal Capo della Polizia che nella sua veste di Direttore Generale della P.S. attua “la politica dell’ordine e della sicurezza” e coordina sul piano tecnico operativo le forze di polizia.

Il precedente Ministro dell’Interno trascorreva buona parte del tempo a parlare di “lotta agli immigrati”, di “porti chiusi”, di “rimpatri”, di “giro di vite sui permessi umanitari”, facendo così credere che gran parte dei problemi della insicurezza fossero riconducibili alla immigrazione clandestina (che è un problema ma non il problema). Fiumi di parole, allora, spesso accompagnati da slogan e vestizioni inopportune di uniformi di Corpi della sicurezza, anche sugli arruolamenti straordinari di poliziotti e carabinieri che, fino ad oggi, non si sono visti mentre gli organici delle due forze di polizia a competenza generale continuano a diminuire per i normali pensionamenti e non si è riusciti a recuperare le possibili risorse umane da altri settori come, ad esempio,  da quello delle scorte di sicurezza o da alcuni uffici e comandi centrali.

Così, l’attuale ministro dell’interno Lamorgese, esperta conoscitrice della complessa macchina ministeriale e periferica, partecipando, nei giorni scorsi, a Roma e a Napoli, alle riunioni dei Comitati Provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha annunciato, tra l’altro, “rinforzi” rispettivamente di 550 e di oltre 400 unità verso la fine del 2020.

Un tempo di attesa davvero lungo per vedere qualche poliziotto e carabiniere in più sulle strade per fare “prevenzione” attività che non può ridursi a lasciare accese più luci dei negozi la sera, né ad aumentare la video sorveglianza, né, tantomeno, a coinvolgere gli operatori delle Polizie locali già in grosse  difficoltà nell’assolvimento dei compiti propri.

Perché i problemi della sicurezza derivano soprattutto dai tanti ladri, rapinatori, truffatori, violenti e spacciatori che girano per le strade e le piazze italiane, molti dei quali arrestati più volte tornano presto in circolazione, e non dai “parcheggiatori abusivi”.

Da un Ministro dell’Interno attento ed esperto Prefetto come l’attuale ci aspettiamo di vedere le opportune sollecitazioni di servizi straordinari, di “maggiore impatto”, come quelli opportunamente richiesti e già in atto contro gli spacciatori con una direttiva di un paio di settimane fa, anche per contrastare le troppe bande e gruppi isolati di ladri che stanno saccheggiando, a tutte le ore, case, ville e negozi in molte zone (per ultimo a Treviso, Varese, Modena, Milano, Roma, Perugia,Vicenza) infischiandosene della presenza o meno dei proprietari che spesso vengono anche malmenati. Tutti episodi che non vengono annotati nei mattinali in visione al Ministro dell’Interno al quale si sottopongono solo quelli di maggiore gravità e di rilevanza nazionale.

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