Milano si mobilita per Liliana Segre e ricorda Piero Scaramucci
Lunedì prossimo a Milano ci saranno due iniziative che ci riguardano, che sono fortemente intrecciate con l’etica del nostro lavoro: alle 18.30, al Binario 21/Memoriale della Shoah la manifestazione in solidarietà a Liliana Segre; alle 21 a Palazzo Marino il ricordo di Piero Scaramucci. Chi ha conosciuto Piero, chi conosce Liliana comprenderà il senso profondo che li unisce.
La senatrice da ragazzina è stata “venduta” dai fascisti per diventare una schiava del campo di sterminio di Auschwitz. “Salvata dal caso, non per merito”, come ama ripetere, ha passato il resto della sua vita a ricostruire un equilibrio, concentrandosi sull’amore per i suoi cari. Una volta diventata nonna Liliana Segre ha deciso di raccontare l’orrore di Auschwitz. Chiunque abbia avuto il piacere di ascoltarla – e guardarla negli occhi – sa che raggiunge il “grado zero” della narrazione: mai un particolare truculento, una descrizione pietistica, una parola d’odio. “Io non odio – ripete – ma non chiedetemi di perdonare”. È questa sua capacità disarmante di raccontare l’indicibile che manda in bestia i fascisti, sia quelli con le svastiche tatuate invitati nei salotti televisivi, sia gli imprenditori della paura mascherati da politici, sia i giornalisti che alimentano il rancore per poi millantare una solidarietà ipocrita a Liliana Segre.
Non è un caso che la Commissione contro l’odio – al di là della sua efficacia – sia stato il detonatore, con quei ripugnanti senatori dello schieramento di destra immobili nel negare l’applauso a questa sopravvissuta ai lager. Ha fatto bene Articolo21, ma ancor più la Federazione Nazionale della Stampa ad aderire alla manifestazione di lunedì al Memoriale della Shoah, perché chi fa il nostro mestiere ha un’enorme responsabilità per ciò che sta succedendo.
Quale è il legame con l’iniziativa, sempre di lunedì, in onore di Scaramucci?
Oltre all’impegno antifascista è la questione del linguaggio. Un aneddoto: a Radio Popolare ai tempi del governo Berlusconi-Fini era nata una discussione sulla discriminante antifascista e ricordo che Piero stupì molti per la sua apparente freddezza sul tema. La spiegazione fu una lezione: “non è perché un ex missino come Fini va al governo che dobbiamo rispolverare l’antifascismo. I comportamenti fascisti – disse Scaramucci – vanno contrastati sempre, chiunque ne sia l’autore. Non badate alle etichette”. Applicate quel ragionamento oggi: la destra a trazione leghista si fa scudo con i termini come sovranismo e populismo ma nei fatti accetta e sponsorizza atteggiamenti fascisti.
Conclusione. Tenetevi liberi lunedì sera: partecipare alle due iniziative per Liliana Segre e per Piero Scaramucci significa mandare un messaggio importante, indispensabile.
Maggiori informazioni sui due eventi nei seguenti link:
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