Ronchi dei Legionari conferisce la cittadinanza onoraria a Matthew Caruana Galizia
Nel Comune di Ronchi dei Legionari nasce una rete di città senza bavaglio #cittasenzabavaglio per diffondere in tutta Italia la libertà di stampa e di espressione, a difesa dell’Articolo 21 caposaldo della Costituzione italiana.
Sabato 26 ottobre 2019: una data significativa per il valore assunto a difesa dei principi democratici in cui l’associazione “Leali delle notizie”, si riconosce e promuove dal 2015 (l’anno costitutivo) dando vita ad una serie di iniziative di rilevanza non solo nazionale ma anche di respiro internazionale.
Il sindaco di Ronchi Livio Vecchiet, il presidente Luca Perrino, la vice presidente Cristina Visintini de “Leali delle notizie” hanno aperto la giornata con la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria (in sala del Consiglio) a Matthew Caruana Galizia, il figlio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista assassinata a Malta il 16 ottobre 2017. Una data che verrà ricordata ogni anno in sua memoria ed estesa a tutti i giornalisti scomparsi per mano di chi voleva impedire di raccontare la verità dei fatti e credevano nella legalità e nella giustizia.
Una manifestazione dove le testimonianze dei tanti ospiti provenienti da tante regioni e da Malta: oltre a Matthev Caruana Galizia era presente anche Emanuel Delia giornalista e autore del libro inchiesta “Murder on the Malta Express. Who killed Daphne Caruana Galizia?”, scritto insieme a Carlo Bonini e John Sweeney per midsea books, presentato all’Associazione della Stampa estera a Roma giovedì 24 ottobre.
A dare il benvenuto ai presenti numerosi rappresentanti delle istituzioni (tra cui il vice prefetto di Gorizia Antonio Falso, l’assessore alla cultura della Regione Friuli Venezia Tiziana Gibelli, l’assessore alla cultura di Ronchi Mauro Benvenuto, l’assessore ai servizi sociali di Ronchi Giampaolo Martinelli) è intervenuta Cristina Visintini: «Questa giornata è dedicata alla libertà di stampa e di espressione e crediamo fermamente che nessun altro luogo come questo in cui ci troviamo (la sala del Consiglio del Comune, ndr) possa essere più adatto ad esprimere le proprie opinioni, le più diverse tra di loro a garanzia del pluralismo di tutti. Accogliamo con grande affetto e stima il figlio di Daphne per aver accettato il nostro invito e per il suo coraggio e determinazione che dimostra di avere assunto la responsabilità di continuare il lavoro della madre tragicamente scomparsa (nel 2017 ha ricevuto il Premio Pulitzer per le sue inchieste giornalistiche, ndr). Con Matthew si è instaurato un rapporto di stretta vicinanza e noi ne siamo grati. La cittadinanza onoraria è motivo di orgoglio per noi tutti cittadini di Ronchi».
La parola è passata poi al presidente Luca Perrino (nel direttivo de “Le ali delle notizie” figurano anche Giulia Micheluzzi, Giovanni Del Prete, Katia Bonaventura, Laura Blasigh, Sergio Pisaniello, Luigi Riabiz) ha spiegato alla platea che affollava la sala (erano presenti Paolo Borrometi giornalista vice direttore dell’Agi e presidente di Articolo 21, Sandro Ruotolo giornalista e collaboratore di fanpage.it, Marilena Natale reporter della Campania per la televisione PiùNews, scortati dalle forze dell’ordine, ndr) come sia la loro vita: «vivere sotto scorta non è un privilegio, un motivo d’onore e di orgoglio, non è esibizione per passerelle mediatiche. Dobbiamo pensare a quanti sono i colleghi che ci hanno preceduto e perso la vita per difendere la libertà di stampa, così come è accaduto a Daphne Caruana Galizia. Appena abbiamo saputo della notizia che ci ha sconvolto ci siamo messi in contatto con il figlio Matthew per dedicare un premio alla madre in sua memoria. In precedenza avevamo assegnato il premio a Federica Angeli e Sandro Ruotolo ed è grazie ad una sua idea che è stato deciso di istituire una giornata per la libertà di stampa. Siamo stanchi e affaticati ma anche soddisfatti per aver promosso questa iniziativa affinché venga dato spazio a quanti si stanno impegnando a promuovere l’Articolo 21 e per questo sono costretti a vivere sotto scorta con i carabinieri e gli uomini della Polizia di Stato meritevoli di essere ringraziati per il loro lavoro che permette ai giornalisti di svolgere il proprio dovere».
Un lungo applauso è stato tributato agli agenti presenti in sala che vigilavano i giornalisti presenti.
Il presidente Luca Perrino ha invitato poi il presidente della FNSI Giuseppe Giulietti a parlare. «Io sono contrario a tutte le forme di passerelle mediatiche ma questa è una grande iniziativa che porterà i suoi frutti. Qui oggi è nato un seme che crescerà in tutta Italia e da Ronchi parte un ideale che noi tutti promuovere anche in altre città. Ringrazio Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo costretti a vivere sotto scorta perché ogni giorno vanno dove vivono altri minacciati. Guardano gli altri e non se stessi e difendono la loro libertà di espressione. Voglio ringraziare anche “Leali delle notizie” perché quello che oggi accade qui non è una consuetudine ovunque. Ronchi è diventata la capitale europea della libertà di stampa e qui con me ci sono colleghi arrivati da tutta Italia (delegazioni del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania e Trentino Alto Adige, Roberta De Maddi, Maria Teresa Ciancio per la Fondazione “Giuseppe Fava”, Tiziana Ciavardini, Valerio Lo Muzio). Andate a chiedere ai genitori di Giulio Regeni se non ci fossero state iniziative di questo genere cosa sarebbe accaduto? Queste manifestazioni servono a impedire che vengano dimenticate le vittime come il giornalista slovacco Jan Kuciak, (nella giornata di sabato 26 ottobre alle 20.30 viene presentato anche il libro “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Depistaggi e verità nascoste a 25 anni dalla morte” di Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari in dialogo con Barbara Schiavulli e la lettura scenica di Sara Alzetta), e tanti altri giornalisti sotto tiro. Penso a quelli curdi e turchi arrestati e condannati. Ronchi ha il merito di riconoscere alla famiglia di Daphne il giusto valore, non solo alla sua memoria, ma anche ai colleghi che cercano di scoprire a Malta la verità e di impedire a chi sta nascondendo le prove di fare luce sull’assassinio. Lancio anche l’idea – ha proseguito Giulietti – di portare una panchina anche a Malta (nel corso della manifestazione è stata inaugurata la “Panchina della libertà di stampa” realizzata da Cristina Visintini e l’artista Franco Ciot , su cui è scritto: “Quando la verità non è libera, la verità non è vera”, dipinta con i colori della bandiera italiana e appuntato un fiocco viola, il colore preferito di Daphne, ndr). Su appello di Borrometi e Ruotolo chiediamo venga istituita una commissione d’inchiesta autonoma e indipendente e la richiesta sarà consegnata al presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Difendiamo la famiglia di Daphne che deve difendersi da querele bavaglio e processi che vengono istruiti in tribunale. Quando colpisci un giornalista colpisci una comunità e queste querele anche se poi vengono archiviate nessuno paga per averle fatte. Chi ha querelato ingiustamente deve versare delle cifre in denaro alle vittime delle mafie e del terrorismo. Concludo ricordando quanto accade alla senatrice Liliana Segre che riceve messaggi di odio per essere ebrea. Se ci sono italiani che ti odiano sappi anche come vi siano ora qui a Ronchi tanti italiani che ti amano». Un lungo applauso è stato tributato al termine del suo intervento.
L’intervento del sindaco Livio Vecchiet ha suggellato la prima parte della giornata con il conferimento della cittadinanza onoraria a Matthew Caruana Galizia e la consegna di una targa seguita dal discorso che pubblichiamo integralmente: «Buongiorno a tutti, sono orgoglioso a nome di tutta la nostra comunità per questa cerimonia, ringrazio tutte le persone e ospiti presenti, ringrazio l’associazione Leali delle Notizie, per avere stimolato l’amministrazione comunale ad organizzare congiuntamente questa importante giornata. Sono passati 16 anni da quando il comune di Ronchi dei Legionari nel 2003 concesse l’ultima cittadinanza onoraria, nel caso di allora legata alla nostra storia ed in particolare a quanto accaduto dopo l’08 settembre 1943. Oggi dopo il voto unanime del consiglio comunale, procediamo alla consegna di una nuova cittadinanza onoraria. Il riconoscimento di oggi non è legato direttamente alla nostra storia, ma sicuramente è legato ai valori che appartengono alla nostra comunità, valori che sono stati forgiati ed ereditati dalla nostra storia complessa del nostro Comune, posto su una terra di confine. Valori quali, la libertà, la nostra democrazia, per i quali i nostri nonni, i nostri padri hanno lottato, e in molti casi hanno perso la loro vita, per donare a noi un paese migliore, ed è anche per questo che al nostro comune nel 1993, il Presidente della Repubblica concesse la medaglia d’argento al valore militare. Valori quali la libertà, la democrazia che sono i nostri valori, e di ogni uomo, tutti scritti nel testo fondamentale del nostro paese, la nostra costituzione punto di riferimento morale ed etico dell’Italia. Ma nella nostra Costituzione è stato inserito anche l’articolo n. 21, nella quale si dice che tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Ebbene oggi noi consegniamo la cittadinanza ordinaria ad un giornalista che è qui presente, un uomo che 2 anni fa è stato colpito negli affetti, in quanto sua madre la nota giornalista Daphne Caruana Galizia è stata assassinata con un autobomba in un attentato nell’isola di Malta. Daphne una donna, una giornalista, era impegnata in una serie di inchieste giornalistiche sulla corruzione nel suo paese, più volte denunciata per i suoi articoli, non ha mai smesso di cercare la verità, per queste sue inchieste era stata minacciata più volte. Qui nel nostro comune dove da molti anni si tiene il festival del giornalismo, l’associazione culturale “Leali delle Notizie” ha istituito dal 2018 un premio che vuole sottolineare e riconoscere il lavoro che tanti giornalisti svolgono rischiando la propria vita. L’eredità morale del lavoro di Daphne è stata raccolta dal figlio anche lui giornalista, Matthew Caruana Galizia, premiato con il premio Pulitzer nel 2017, che continua a lavorare nel solco di sua madre, contro la corruzione, per conoscere la verità. Ma oggi oltre consegnare la cittadinanza onoraria siamo qui per ribadire quanto sia importante il rispetto della nostra costituzione, dei suoi principi, dei suoi articoli come l’articolo 21, di cui vogliamo sottolineare l’importanza. Non possiamo permetterci di guardare il nostro presente, il nostro futuro senza conoscere, capire, cosa succede attorno a noi, abbiamo bisogno di giornalisti che senza strumentalizzazioni, con obiettività, con serietà, ci raccontino la verità, ci facciano conoscere quanto fa la nostra politica, quali sono i fatti che accadono quotidianamente. Permettendo a tutti noi di riflettere, di pensare, di giudicare le persone, il loro operato soprattutto quelle che amministrano il bene pubblico che troppe volte approfittano del loro ruolo, e quali sono le ripercussioni sui cittadini. Abbiamo assoluto bisogno di ripristinare l’onestà, abbiamo bisogno di legalità, di giustizia, di equità, serve un paese dove si ripristini il senso civico, ed in questo contesto la stampa e i giornalisti svolgono un ruolo fondamentale, possono con il loro lavoro farci capire che la disonestà non è un esempio, che la corruzione non è un esempio da perseguire, ma da combattere tutti assieme. Servono giornalisti al servizio dei cittadini, servono giornalisti onesti, pluralisti, indipendenti dalle ideologie, servono giornalisti che stimolino le persone a ragionare e riflettere con la propria testa, e scegliere quale sia veramente il bene della nostra società e di ogni uomo. Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale, di tutti, dove non prevalga la demagogia dei social, serve che la nostra scuola, la nostra società, la nostra stampa, siano capaci di insegnare ai giovani, quale strada perseguire, dove i veri valori, il senso della democrazia e della libertà siano l’essenza fondamentale per ogni uomo».
Foto di Roberta De Maddi
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