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Treni e bus, i mezzi preferiti dai “muli” dello spaccio

Piero Innocenti il . Criminalità, Droga

polfer11-650x491Abbiamo scritto più volte sulla criminalità nigeriana presente in Italia e, in particolare, su alcune “associazioni” (confraternite) che hanno assunto le connotazioni tipiche mafiose come emerso in diverse inchieste giudiziarie.

I quattro gruppi cultisti attivi in Italia (The Supreme Eiye Confraternity, i Black Axe, i Maphite, i Vikings) di cui pure abbiamo scritto sintetizzando le puntuali analisi fatte dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) nella sua ultima relazione al Parlamento (luglio 2019), ne sono la pericolosissima rappresentazione.

Nel settore del traffico di stupefacenti i gruppi criminali nigeriani stanno conseguendo una sempre maggiore operatività grazie anche alla “presenza di fidati referenti nei luoghi di produzione e/o di transito delle varie droghe”.

In questo contesto i Paesi del Centro Africa (non più soltanto quelli dell’Africa orientale) hanno assunto una maggiore importanza lungo le rotte del narcotraffico. Ma quello che appare più preoccupante in casa nostra è lo spaccio su strada ed il trasporto degli stupefacenti – effettuato in molti casi da ingoiatori di droghe, cosiddetti ovulatori – che appare sempre più gestito da gruppi di nigeriani e meno da singoli spacciatori che, in molti casi, sono risultati titolari di permessi di soggiorno di protezione internazionale.

Per inciso, lo ricordiamo, a giugno scorso, la richiesta di asilo era la prima motivazione per il soggiorno (21.422 titoli) avanzata dai nigeriani soggiornanti regolari che erano complessivamente poco più di 105mila, in prevalenza uomini, su tutto il  territorio nazionale. In realtà, “la criminalità nigeriana si è sviluppata al di fuori della madrepatria sfruttando i flussi migratori” (vedi la relazione DIA, citata) e, tuttavia, se si vuole impedire che nel nostro Paese aumenti lo spessore criminale, già preoccupante, di queste strutture criminali è necessario che tutti (legislatore, autorità nazionale e provinciali di ps, organismi centrale e periferici delle forze di polizia) si rimbocchino le maniche, ora, prima che la “mafia nera” diventi una ulteriore emergenza criminale.

Come accennato sono tanti i trafficanti/spacciatori nigeriani arrestati dalle forze di polizia negli ultimi anni (1.712 nel 2017, 2.144 nel 2018 e già oltre 2.000 nei primi nove mesi del corrente anno sul totale di 8.744 stranieri complessivamente denunciati all’a.g. per traffico/ spaccio).

Una situazione di continuo pendolarismo di spacciatori in molte province dove proseguono gli interventi della polizia di stato e dei carabinieri per neutralizzare (purtroppo, spesso, solo per pochissimo tempo) questi “galoppini” del narcotraffico.

Così, solo per limitarci alle notizie di questi ultimissimi giorni, annotiamo l’intervento degli agenti della squadra mobile di Pisa che hanno ammanettato un trentacinquenne nigeriano ritenuto un “grossista” abituale fornitore di hashish e marijuana dei pusher della stazione ferroviaria.

Nelle stesse ore, a Ferrara, una retata della Polizia di stato si concludeva con l’arresto di dodici spacciatori nigeriani (altri 33 indagati a piede libero) che vendevano cocaina e marijuana anche a minorenni.

Nigeriani che privilegiano il treno per i loro spostamenti e così, anche a Verona, viene arrestata una coppia, un uomo e una donna, appena scesi dal treno, entrambi “ovulatori”, con in corpo ciascuno oltre 600 grammi di cocaina e altrettanti di eroina.

E sempre nella stazione ferroviaria, a Milano, un altro nigeriano viene arrestato con oltre due kg di marijuana nel trolley mentre un altro “mulo” viene fermato dai carabinieri con oltre mezzo chilogrammo di eroina e cento grammi di cocaina contenute in ovuli nella pancia.

Altri due pusher nigeriani vengono pizzicati a Reggio Emilia con tre kg di “erba” nello zaino e anche in questo caso appena scesi dal treno.

Ci sono, poi, quelli che preferiscono gli spostamenti ritenuti più sicuri a bordi di autobus extraurbani. Non sempre va bene e ne sa qualcosa il cinquantaseienne nigeriano, anche lui con alcuni ovuli di eroina in pancia, fermato dagli agenti della squadra mobile al capolinea degli autobus ad Agrigento, proveniente da Palermo.

Mi fermo qui ma i fatti, solo in questi primi quindici giorni di ottobre, di corrieri nigeriani utilizzatori di treni e bus nei loro continui spostamenti sono molti di più e inducono ad una maggiore sorveglianza su questi mezzi di trasporto pubblico. E per far ciò occorrerebbero adeguate risorse umane per le forze di polizia che non si intravedono né a breve e, temo, neanche nei prossimi anni.

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