Processo Bcc Terra d’Otranto: il super testimone denuncia pressioni
Accordarsi sui contenuti di dichiarazioni in aula, in vista di un processo delicato. “Sistemare le cose”, prima di novembre, data della prossima udienza del processo Bcc Terra d’Otranto (istituto con sede a Lecce e in altri comuni del Salento), scaturito dalle indagini del Ros sulle elezioni del cda insediatosi nel 2014.
Per gradi.
Sono sei, ricordiamo, gli imputati eccellenti accusati a vario titolo di estorsione aggravata da metodo mafioso, violenza privata, tentata concussione e altro. Tra loro, Giancarlo Mazzotta primo cittadino del comune di Carmiano (Le) in cui è presente una delle filiali storiche del credito cooperativo – peraltro in attesa del responso del Consiglio dei Ministri sulla richiesta di commissariamento dell’ente per infiltrazioni e condizionamenti della criminalità organizzata, ndr -, dipendenti all’epoca dei fatti contestati presenti in Bcc, e personaggi ritenuti dagli inquirenti di spicco all’interno della Sacra Corona Unita.
Giovedì scorso alle parti offese del processo, è stato notificato un avviso di deposito di nuove intercettazioni e attività integrative di indagine di cui potranno disporre per la loro posizione.
Ma cosa contengono quei documenti?
Uno, in particolare, rappresenta l’ennesimo colpo di scena nella vicenda. Si tratta del verbale di spontanee dichiarazioni rese ai militari del Ros di Lecce, il 23 settembre scorso, da uno dei super testimoni dell’accusa.
L’uomo, imprenditore, ha raccontato di essere stato avvicinato nelle settimane precedenti all’ascolto in caserma, da due persone. Un congiunto del sindaco a processo e un amministratore in carica nel consiglio a rischio scioglimento per mafia.
Secondo quanto raccontato agli investigatori, nessuna intimidazione all’indirizzo del teste, ma due tentativi differenti e simili nei contenuti, di caldeggiare un incontro col primo cittadino, comporre presunti vecchi livori, in vista dell’udienza di novembre.
Un no secco, da parte del testimone. Cui è seguito l’incontro con i militari, fino al deposito di quel verbale ora a disposizioni delle parti offese.
Quanto al restante materiale che sarà possibile acquisire e vagliare per la propria strategia difensiva, anche le dichiarazioni di un altro imprenditore di Carmiano, ascoltato sempre dal Ros di Lecce lo scorso giugno: quattro ore di dichiarazioni spontanee davanti agli uomini del Ros – i primi a giungere in Bcc nel 2014 insieme al pm Carmen Ruggiero -, di un uomo che conosce tanto, e che ha fornito dettagli che fino ad ora non erano entrati a far parte del processo Bcc. Molto di quell’incontro in caserma infatti, riguarda non tanto l’indagine Bcc quanto una sfera più ampia e composita e potrebbero quindi essere confluite anche nell’attività di ricerca e investigazione effettuata dalla commissione d’accesso al Comune che ha poi chiesto, a settembre, lo scioglimento per mafia presentando una relazione di oltre 100 pagine.
Infine, disponibili per gli offesi anche le intercettazioni telefoniche datate 2018 che raccontano della longa manus dei soliti noti sugli affari di Bcc, in barba all’inchiesta da 4 anni in corso, in barba all’insediamento di altri cda, allo scopo presunto di farsi valere su soggetti in difficoltà, monitorare le pratiche, favorire gli “amici” ed entrare in qualche modo nel database dell’istituto di credito, facendo defluire dati interni su chiavette da più tera byte.
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