I gravi errori della CEDU
Un altro grave errore delle Corti europee.
La sentenza di ieri che accoglie il ricorso dell’ndranghetista Viola contro l’ergastolo ostativo è lontana dalla realtà e non perchè il mafioso debba “marcire in carcere” ma perchè lo Stato Italiano, che non è Dio, ha stabilito fin dai tempi di Falcone un criterio molto semplice per apprezzare il “ravvedimento” del mafioso e quindi lo sconto di pena (anche dell’ergastolo): la collaborazione con lo Stato.
Infatti non avrei eccepito nulla se la Giustizia italiana, due giorni fa, avesse accolto (e non lo ha fatto!) la richiesta di Brusca per i domiciliari: Brusca, u verru, Brusca lo scannacristiani, ha collaborato con la giustizia italiana, punto.
Le Corti europee commettono un secondo errore grave, il primo è stato quello sul reato di “concorso esterno” considerato un reato di natura giurisprudenziale e quindi esistente soltanto dal 1994: falso, l’Italia ha probabilmente difeso male allora le proprie ragioni e questo ha permesso a Contrada di rifarsi una verginità dopo essere stato condannato in via definitiva per concorso in mafia.
Non voglio essere frainteso: da parlamentare ho sostenuto in ogni modo la riforma dell’Ordinamento penitenziario che avrebbe aumentato il potere del magistrato di sorveglianza di valutare caso per caso il percorso extra carcerario del detenuto, restringendo il perimetro del 4bis che negli anni si è esteso in maniera a volte irragionevole, ma mai abbiamo pensato di esterndere questa possibilità ai detenuti per mafia e terrorismo. Mai!
Piuttosto è l’Europa che deve capire che ha bisogno di norme di stampo italiano per contrastare più efficacemente questo tipo di fenomeno criminale che è semplicemente eversivo dell’ordine democratico.
Amo molto il ritratto fotografico fatto da Letizia Battaglia a Rosaria Costa, moglie di Vito Schifani agente della scorta di Falcone: è quella linea d’ombra che stiamo cercando di spingere via da tutta una vita.
* Presidente di Benvenuti in Italia e Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia della XVIII legislatura
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