La bellezza della democrazia parlamentare e la responsabilità di essere popolo sovrano
In queste ore in cui la crisi di governo passa dalle spiagge alla Camera e al Senato noi cittadini possiamo riscoprire l’essenza della nostra democrazia parlamentare.
Il confronto nelle aule, spostato dagli spazi del facile consenso e introdotto nei luoghi dove la politica riacquista il suo vero valore, mette a nudo ai nostri occhi, se sono guidati dal desiderio di cercare e capire, le enormi contraddizioni, per esempio, di chi ha voluto una crisi al buio così grave.
E in una democrazia parlamentare le maggioranze, se non sono chiare al momento del voto degli elettori, si formano in Parlamento e li muoiono e possono cambiare.
È la nostra Costituzione che dice così e prevede che si vada a votare ogni 5 anni quando esiste e può formarsi una maggioranza in grado di guidare il paese, sulla base di un programma politico.
Quella stessa Costituzione che noi popolo italiano abbiamo deciso di non mutare il 4 dicembre 2016 con una maggioranza schiacciante.
Noi popolo dobbiamo essere coerenti con noi stessi e dunque chiedere ai politici di oggi di muoversi nel pieno rispetto di questa Carta anche nell’affrontare le crisi di governo.
E noi ora dobbiamo seguire il dibattito politico di questi giorni, capire come i vari movimenti e partiti si stanno muovendo, capire chi si muove per fini personali o di interesse del proprio movimento e chi invece tende a tutelare gli interessi superiori del paese.
Dobbiamo capire cosa propongono per i prossimi mesi ed anni, verificare, attraverso il confronto del 20 agosto al Senato e del 21 agosto alla Camera, perché sta accadendo tutto questo e come intendono uscire dalla crisi i vari partiti.
Il popolo sovrano non si forma nelle spiagge e con i selfie, non nasce con le pacche sulle spalle o guardando brandire croci e rosari in mano, non cresce assistendo a navi ferme con centinaia di migranti a bordo davanti alle nostre coste, o a continui sussulti di razzismo a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi.
Il popolo sovrano si forma, nasce e cresce se pensa, guarda le contraddizioni, capisce i disegni politici di ciascuno e poi si fa la propria personale idea.
E lo può fare ascoltando o leggendo le discussioni parlamentari, le posizioni dei singoli partiti e le scelte dei loro capi, smettendo di delegare ad altri ciò che spetta a noi, ovvero dedicare parte del proprio tempo a capire cosa la classe politica che abbiamo votato ci offre.
Il bene comune, il nostro sentirsi parte di una comunità, il sentire propri i valori della nostra Costituzione, il nostro sentirci cittadini italiani, europei, attori e non sudditi ci deve spingere a ciò.
Altrimenti siamo noi che costruiamo dentro i nostri confini la nostra prigione e non la nostra libertà.
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