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Crisi di governo: dalla spiaggia al Parlamento

Pierluigi Ermini il . Istituzioni, L'analisi

Le-10-spiagge-meno-costose-620x372Stiamo vivendo una fase politica convulsa dove é  facile essere trascinati dalle emozioni che in questo momento invece devono lasciare il campo alla ragione e alla nostra splendida Costituzione.

E dunque, tra bagni di folla in spiaggia, dorsi nudi, balli e cubiste, a cui il leader della Lega vuole abituarci, va ricordato che la crisi di un governo, in una repubblica parlamentare si decide li dove la nostra Costituzione dice che si deve risolvere.

Allora le persone intelligenti e che pensano con la propria testa aspettano di sentire come si confronteranno in quella sede il governo e i partiti.

Anche i giornalisti, se volessero fare un serio servizio al nostro paese e ai suoi cittadini, dovrebbero smettere di seguire come forsennati questo signore per le spiagge pronti a intervistarlo ogni due minuti trasformandosi in cassa di risonanza verso chi, ciò che vuole fare, deve dirlo prima di tutto al Parlamento.

Un altro aspetto risulta poi chiaro: non avendo nessun partito alle elezioni del 2017 ottenuto la maggioranza per governare, è  sempre possibile, in una repubblica parlamentare, verificare se esistono altre maggioranze prima di andare al voto.

A questo servono le consultazioni del Presidente della Repubblica, che, in quanto garante della Costituzione, decide in piena autonomia, quale strada seguire.

D’altronde chi nel 2017 ha votato Lega e 5 Stelle non ha certo votato per una loro futura alleanza, frutto invece, come deve essere in una Repubblica parlamentare, deĺla ricerca di una maggioranza alle Camere.

Vedremo quello che accadrà  nei prossimi giorni e da parte mia confido nella saggezza e ragionevolezza del nostro Presidente della Repubblica non a caso la figura politica più amata dagli italiani.

Intanto possiamo iniziare a farci un’idea di quello che sta accadendo e la prima cosa che traspare è l’azzardo che si sta giocando sulla nostra pelle aprendo una crisi che mette a serio repentaglio la stessa approvazione di una manovra economica da tutti definita complicatissima.

È mentre si passa da una spiaggia all’altra, in maglietta sudata e pantaloncini corti, lo spread galoppa, l’economia è ferma, e non siamo in grado neanche di fornire un nome per la futura commissione europea.

Sconfitta in Europa (anche se in Italia ha ottenuto un grande consenso), dove i sovranisti sono stati emarginati, la Lega punta a vincere in Italia, aprendo qui una stagione sovranista che può veramente portarci fuori dall’Unione, per me l’unica vera casa da costruire nei prossimi anni per non diventare sudditi di Putin, Trump e la Cina (tutti e tre mirano a indebolire l’Europa).

In un’Italia ferma abbiamo un uomo invece in continuo movimento, che però  ora deve rispettare i tempi e le regole del nostro stare insieme.

Non cerchi di forzare i tempi e rispetti le prerogative costituzionali che non sono in mano sua.

Lui e il suo movimento hanno presentato la mozione di sfiducia, la Costituzione prevede che ora altri debbano stabilire cosa debba accadere: i capi gruppo al Senato, le parole del Presidente del Consiglio Conte, la discussione che nascerà  in Parlamento, le decisioni e il percorso che stabilirà  Mattarella. Non sono passaggi secondari, sono l’essenza stessa del nostro essere un parse democratico.

Anche se si sente onnipotente e vuole chiedere pieni poteri agli italiani, si deve rendere conto che grazie a Dio (quello vero) siamo in uno stato di divisione dei poteri dove ad altri spettano ora le decisioni.

Dunque spetta a tutti noi ascoltare quella discussione In aula e non le parole dette nelle spiagge o nei comizi e costruirsi un’idea propria per farsi un’opinione e vedere i cosa accadrà nei prossimi giorni, sapendo che sono tutti passi guidati dalla nostra Costituzione e dunque per il bene della nostra comunità.

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