450 miliardi di dollari il giro d’affari del narcotraffico mondiale
Sarò ripetitivo fino alla nausea, ma deve essere chiaro a tutti, in particolare a chi ha responsabilità politiche e istituzionali, che la repressione al narcotraffico dovrebbe essere la priorità nella strategia nazionale anticrimine.
Non dico internazionale perché è notorio che in molti Paesi produttori e di transito degli stupefacenti, le collusioni con i narcotrafficanti della politica e delle istituzioni deputate al contrasto sono tali e così diffuse che si fa quel tanto che basta per redigere qualche sommaria statistica tranquillizzante per l’opinione pubblica nella cosiddetta “guerra alla droga”.
Guerra persa da tempo (come sanno tutti) e, forse, mai iniziata seriamente se si da uno sguardo al passato quando, più di un quarto di secolo fa, iniziarono le eradicazioni manuali e aeree con erbicidi (il glifosato) di estese piantagioni di coca in Colombia in particolare (ma, per un breve periodo, anche in Bolivia e Perù) e di papavero da oppio in Afghanistan.
Nonostante le ingenti risorse messe in campo dagli americani, il risultato è che ancora oggi l’estensione delle colture di coca è aumentata e così le raccolte annuali delle foglie, grazie a nuovi fertilizzanti, mentre le mafie del narcotraffico sono diventate talmente potenti da condizionare gli assetti politici, istituzionali ed economici di molti Paesi.
Da noi, a ricordare questo intreccio criminale complesso è ancora la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) che nella sua ultima relazione annuale (non sempre letta e studiata con l’attenzione dovuta) presentata alcuni giorni, fa sottolinea come “il contrasto ai traffici transnazionali di sostanze stupefacenti verso il territorio nazionale coincide nella maggior parte dei casi con la manovra di contrasto alle organizzazioni di tipo mafioso autoctone e, più recentemente, straniere, prescindendo dalla localizzazione territoriale delle stesse”.
Ancora modeste a mio parere le iniziative in campo per orientare l’azione di contrasto verso i livelli superiori delle organizzazioni criminali. A poco o a nulla servono i vari Memorandum operativi antidroga già firmati o in via di definizione che vengono menzionati nella relazione della DCSA perché, anche sulla base di un esperienza diretta pluriennale nel settore, sono serviti generalmente solo a suggellare incontri formali delle delegazioni.
Anche per le Squadre Investigative Comuni si darebbe dovuto pensare ad una attivazione permanente e non solo, di volta in volta, “tra i Paesi interessati” alle indagini.
Si vedrà, poi, l’efficacia reale dell’Ordine di Indagine europeo introdotto dalla direttiva comunitaria 2014/41 e recepita nel nostro ordinamento con il decreto lgs 21 giugno 2017 n.108. Alla fine, è troppo importante, direi vitale, per alcuni Stati non “intralciare” quel giro d’affari mondiale stimato in oltre 450 miliardi di dollari come è emerso in occasione della Conferenza sull’economia della droga svoltasi a Rotterdam nel 2018.
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