Casarano, Mastrogiovanni non diffamò la Giunta
Marilù Mastrogiovanni «altro non ha fatto che esercitare il proprio diritto di critica politica, il quale concede, nella sua più ampia accezione, la facoltà di formulare ipotesi sul contesto politico-sociale del territorio».
Con queste parole il gip del tribunale di Lecce, Sergio Mario Tosi, ha disposto l’archiviazione della querela avanzata nei confronti della giornalista dal sindaco di Casarano, Gianni Stefano, e da alcuni componenti della Giunta comunale per una inchiesta giornalistica nella quale la direttrice della testata online Il Tacco d’Italia indagava i rapporti fra ambienti criminali, imprenditoria e politica nel centro in provincia di Lecce.
Accogliendo la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, che aveva già evidenziato la veridicità del «fatto storico posto a fondamento della critica», il giudice ha rilevato che «alcun intento diffamatorio è stato ravvisato nelle espressioni utilizzate dalla giornalista», la quale ha usato toni pungenti, ma rispettosi «dei limiti della pertinenza e di continenza» del linguaggio, senza sfociare «in attacchi personali finalizzati a danneggiare determinati soggetti sul piano individuale», mentre «appare evidente l’indubbio interesse pubblico della questione di cui si trattava», si legge nell’ordinanza di archiviazione.
Per gli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto, che hanno assistito la giornalista, «il giornalismo di inchiesta, fondato su fatti e documentazione dei fatti come quello di Marilù Mastrogiovanni, non può che passare indenne dai tentativi di chi mal digerisce tale forma di comunicazione. Il provvedimento di archiviazione del gip, speculare alla richiesta del pubblico ministero, costituisce la limpida dimostrazione di come il giornalista non possa e non debba essere zittito allorquando spiega analiticamente le ragioni delle proprie opinioni, anche se difformi dalle ‘aspettative’ di qualcuno».
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