Religioni in dialogo contro razzismi e integralismi
Ci sono atti e documenti che sono destinati a lasciare il segno nella storia dell’umanità e quello firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco per la Chiesa Cattolica e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb per la religione Musulmana Sunnita è tra quelli che nel corso del tempo possono produrre grandi cambiamenti nei rapporti tra i popoli e i paesi, ed aprire una grande finestra di dialogo tra tutte le fedi religiose monoteiste.
Si tratta del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”.
E’ stato firmato il 4 febbraio scorso e a distanza di 5 mesi sono pochi coloro che lo conoscono e ancor meno in questi mesi è stato aperto uno lo spazio di dibattito sia all’interno della Chiesa, sia nella comunità internazionale. Ma chi ne ha seguito la stesura parla di un documento di straordinaria importanza, frutto di un lavoro lungo, dove sono state centellinate le parole scelte.
Il documento che ne è scaturito è stato oggetto di confronti durati molto tempo (che sembrano aver coinvolto anche altre comunità religiose), e quello che oggi è a disposizione di tutti è quasi una vera e propria piccola enciclica, scritta con un linguaggio semplice, rivolto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, aldilà del loro credo religioso.
Non è un caso che Anouar Kbibech, vice presidente del Consiglio francese del culto musulmano, una delle autorità religiose musulmane più importanti del nostro continente, membro del Consiglio Europeo dei Saggi Musulmani parla del Documento di Abu Dhabi come di “un testo storico perché getta le basi per una fraternità tra i credenti e nell’intera famiglia umana”. Un testo che per Marco Politi (uno dei maggiori giornalisti e scrittori italiani, commentatore de Il Fatto Quotidiano ed esperto di politica Vaticana), è un documento che “è fuori dall’ordinario per il suo afflato e l’essere frutto elaborato di due millenarie tradizioni religiose”.
Per la prima volta, in un documento firmato da due delle massime autorità religiose mondiali, il Papa per conto della Chiesa Cattolica d’Oriente e d’Occidente e Al-Azhar al-Sharif, in rappresentanza dei musulmani d’Oriente e d’Occidente, si parla di “Noi credenti in Dio, nell’incontro finale con Lui e nel Suo Giudizio”. Un passo grande verso il riconoscimento di un unico Dio, che l’uomo conosce attraverso modi e storie diverse. Un Creatore che ci dice che siamo stati “creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano”.
Il “Dio di tutti” come si parla nel bellissimo libro scritto dalla teologa islamica e teologa cristiana Shahrazad Houshmand, una donna, come si definisce lei, innamorata di Gesù e credente all’Islam, del quale ho parlato qualche tempo fa sempre sul mio blog.
Sono tanti i punti veramente interessanti del documento, dal quale traspare che è la nostra stessa fede che ci deve indurre a “vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare”. Un invito dunque che viene da Dio stesso tanto che “la Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi”.
Come ci spiega benissimo sempre Politi “E’ la stessa volontà di Dio a volere il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua”.
Già questa espressione mette a freno ogni forma di razzismo, di rifiuto del diverso perchè nasce dalla volontà di Dio la pluralità di popoli e di fedi, e la diversità è vista da Dio come ricchezza e non come un freno alla crescita del mondo e al suo sviluppo.
Dunque non può esserci nessun collegamento tra la fede in Dio e ogni forma di integralismo religioso che le due millenarie religioni rifiutano e ripudiano, con un messaggio diretto alle centinaia di milioni di persone tra cattolici e musulmani sunniti che aderiscono alle due fedi.
Ma è un messaggio che va oltre, è rivolto anche ai musulmani sciiti, ai cristiani ortodossi e protestanti, fino al mondo dell’ebraismo, coinvolgendo anche le altre religioni non monoteiste. D’altronde anche l’incontro di Papa Francesco nel 2016 con il Patriarca di tutte le Russie, Kirill, andava in questa direzione.
Tanto che possiamo dire che Papa Francesco sta lavorando da tempo alla creazione di tre grandi fraternità: la fraternità tra i cristiani; la fraternità tra credenti delle religioni monoteiste; la fraternità tra tutti gli esseri umani.
Ecco che allora in questo bellissimo documento si uniscono fede e spiritualità con le più importanti necessità esistenti nella storia degli uomini di oggi, che non possono non legarsi le une alle altre.
La ricerca della pace, la lotta alla fame, il diritto alla vita, il soccorso ai poveri, ai bisognosi, agli emarginati, ai migranti, ai profughi sono aspetti tutti presenti nel documento.
Così come si parla di ingiustizia sociale ed economica, della necessità di una equa distribuzione delle risorse naturali, di libertà e cittadinanza, ponendo fine all’uso discriminatorio del termine “minoranze”. Si parla dei diritti delle donne, della loro dignità e del loro diritto di essere tutelate dallo sfruttamento sessuale.
Questo Papa spiazza veramente tutti, e mentre la politica internazionale fa acqua da tutte le parti, e gli stati vivono una fase di chiusura uno verso l’altro, lui si apre al dialogo con tutti, illuminato dalla via dell’amore.
Ma l’altra e per me più importante verità di questo documento è quella che i due capi religiosi parlano a tutti noi, cattolici e musulmani sunniti, sin dalle loro prime parole, in quanto siamo stati “creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano”.
Ce lo ricorda molto bene il Centro Studi Interreligiosi dell’Università Gregoriana che, analizzando il documento, si chiede cosa possiamo fare personalmente con il nostro senso di responsabilità collettiva: “Non ci si deve aspettare miracoli da altre persone. Dobbiamo prendere questo documento come nostro programma, nostra visione, nostra aspirazione. Come un programma per il nostro futuro sia in Oriente sia in Occidente”.
Dio si muove e si manifesta nella storia dell’uomo, e per le sue creature propone un continuo cammino di crescita. Ci svela il suo “volto” giorno dopo giorno anche attraverso i gesti e le parole degli uomini, e grazie all’azione dello spirito.
Ci parla nella nostra coscienza, cercando di aprire la nostra mente e il nostro cuore.
E’ quello che accade anche con questo semplice documento dove cattolici e musulmani sono invitati ai conoscersi, a trovare la strada per cooperare e iniziare a vivere come fratelli che si amano.
Una rivoluzione? Chissà, in parte dipende anche da ciascuno di noi…..
Intanto vi invito a leggerlo e a riflettere sul suo contenuto.
Qui trovate il testo: https://bit.ly/2REbibZ
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