Per un Parlamento disarmato
In questi giorni il Parlamento italiano si gioca la possibilità di fare una bella figura davanti alla storia oltre che di fronte alla coscienza di ogni deputato.
Si discute, infatti, una mozione sulla guerra in atto da quattro anni in Yemen e sulle forniture di armi che partono anche dal nostro Paese verso l’Arabia Saudita che non ha scrupolo alcuno di utilizzarle anche contro civili inermi, bambini compresi. Nel corso del dibattito Rete Disarmo informerà puntualmente i cittadini sulle diverse posizioni dei gruppi parlamentari ovvero delle forze politiche.
È vitale per la democrazia che i cittadini sappiano che ai parlamentari non viene chiesto solo di ordinare i trasferimenti di bombe dalla RWM di Domusnovas verso l’Arabia Saudita ma che tra le altre cose l’Italia avvii un’iniziativa per una soluzione diplomatica di quella crisi, aumenti il fondo per gli interventi umanitari in quell’area di crisi, proponga l’embargo di armi a tutti i Paesi membri dell’UE sulla base delle sue stesse direttive, attivi e finanzi il fondo per la riconversione dell’industria bellica italiana come previsto dalle leggi in vigore, condanni l’uso di armi illegali (bombe a grappolo e altre) in quel conflitto.
Intanto i portuali di Genova hanno impartito una lezione al Parlamento e non hanno permesso che una nave saudita caricasse gruppi elettrogeni destinati ad essere utilizzati nella guerra e l’Alta Corte di Appello della Gran Bretagna ha ordinato al governo di sospendere ogni licenza commerciale di armi con l’Arabia Saudita. Un parlamentare inglese ha commentato amaramente: “Non avrebbe dovuto essere il ricorso di alcuni attivisti a costringere il governo a rispettare le sue stesse leggi!”.
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