Il “mare pescoso” del narcotraffico
A metà giugno di quest’anno le forze di polizia e le dogane hanno sequestrato in tutto il territorio nazionale oltre 35 tonnellate di stupefacenti denunciando all’autorità giudiziaria per delitti collegati al narcotraffico oltre 13mila persone di cui quasi 6mila stranieri.
I dati, elaborati dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), offrono ancora uno scenario inquietante del traffico/spaccio che non conosce alcuna flessione ma, anzi, è destinato ad aumentare con una domanda di droghe che si mantiene costantemente alta. Di tutte le droghe, non solo di quelle cosiddette tradizionali ma anche di quelle sintetiche e di quelle che la DCSA indica nelle tabelle elaborate come “altre droghe” includendo, ad esempio, il khat, l’oppio, i bulbi di papavero, la ketamina, il metadone, le compresse di buprenorfina, di rivotril, xanax ecc.. che già in questo scorcio di anno hanno raggiunto gli oltre 3 quintali sequestrati.
Superato ampiamente, già oggi, il valore della cocaina sequestrata negli ultimi sette anni, mediamente poco più di 4ton ogni anno; siamo, infatti, a 4,5ton (inclusi i 100kg sequestrati il 13 giugno nel porto di Genova dalla Polizia di Stato e dalle Dogane occultati, tra totani e calamari, in un container a bordo di una nave salpata da Panama ) e tutto lascia presumere che, alla fine di quest’anno, potrebbe esserci il record assoluto nei sequestri della “polvere bianca” degli ultimi venti anni superando il picco dei 6.348kg che si ebbe nel 2011.
Un “mare” del narcotraffico italiano dunque sempre molto “pescoso” (l’esito della recentissima operazione antidroga “Edera” condotta dai carabinieri con diversi arresti di appartenenti alle cosche calabresi in affari con colombiani ed ecuadoriani, è l’ennesima conferma) come lo definì, più di trent’anni fa, il Prefetto Pietro Soggiu, ideatore e primo direttore della DCSA, grande esperto nella lotta ai contrabbandieri (era stato Generale della Guardia di Finanza) e al narcotraffico internazionale.
In effetti, ancora oggi, date le dimensioni straordinarie che ha assunto il fenomeno criminale basta “gettare le reti” ed avere un po’ di pazienza che ogni giorno qualche “pesce” piccolo o grande vi rimane di sicuro impigliato. Spesso si tratta di piccoli “pesci” (spacciatori di strada) che riescono sempre ad uscire indenni dalle vicende giudiziarie grazie ad una legislazione ancora blanda relativamente al c.d. “microspaccio” (un disegno di legge presentato alcuni mesi fa che doveva apportare modifiche alla legislazione sugli stupefacenti è stato “congelato”).
Le 12.731 piante di cannabis sequestrate a maggio, di cui 10mila solo a Caltanisetta, indicano il “gradimento” che gode tale coltivazione “domestica”, particolarmente redditizia se si considerano i pochi euro per acquistare i semi di cannabis e alcune centinaia di euro che si ricavano dal prodotto di ogni singola pianta.
Hashish e marijuana, come sempre, sono i due “prodotti” che vanno per la maggiore. Nel solo mese di maggio, infatti, sono stati sequestrati ben 5.872kg di hashish e 2.950kg di marijuana sul totale di 9.684kg complessivi di droghe. I maggiori quantitativi dei sequestri di hashish sono avvenuti in “alto mare” a seguito di interventi di natanti della Guardia di Finanza, mentre per la marijuana i quantitativi maggiori si sono rilevati a Ragusa (874kg), a Catania (492kg), a Oristano (432), a Lecce (381), a Torino (114kg).
Si tratta, lo ricordiamo,di quantitativi sequestrati che rappresentano percentuali base rispetto al volume globale (stimato) di stupefacenti immessi sul mercato.
Un mercato che continua ad essere sempre particolarmente “affamato” di droghe con grande soddisfazione di tutte le mafie e dei vari gruppi criminali che dirigono il traffico.
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