Sicurezza: la narrazione continua del Ministro dell’Interno
Il Ministro dell’Interno continua a rilasciare dichiarazioni affermando, tra l’altro, di “un migliaio di poliziotti e carabinieri in tutta Italia: l’avevamo promesso e lo stiamo facendo. Rafforziamo le Questure (…) faremo sempre di più e meglio (..) passiamo dalle parole ai fatti” (agenzia 9colonne del 6 giugno). Per concludere con “l’entrata in servizio di 7.278 unità entro il 2023”.
Avete letto bene entro il 2023. Il Ministro continua, così, con la sua campagna elettorale (il ballottaggio in diversi Comuni per l’elezione dei sindaci) sui due temi, quello della sicurezza e dell’immigrazione clandestina, sui quali ha costruito abilmente il suo forte consenso elettorale nelle recenti europee.
La narrazione del Ministro è, tuttavia, ben diversa dalla realtà che, per quanto riguarda la Polizia di Stato, mi riferisco all’organico attuale, è a dir poco penosa con un vuoto di circa 15mila unità rispetto a quanto previsto una trentina di anni fa con una situazione generale della criminalità mafiosa e comune ben diversa da quella attuale. Situazione che diventerà ancor più drammatica stando alle previsioni secondo cui è previsto un esodo di circa 30mila poliziotti nei prossimi cinque/sette anni.
Il numero dei cosiddetti “rinforzi” fornito dal Ministro (riportato con enfasi da molti quotidiani locali il giorno 7 giugno) è, dunque, ridicolo se rapportato alla situazione reale attuale e a quella futura.
Che non ci sia proprio da star tranquilli è da tempo che lo vanno denunciando quasi tutti i sindacati di polizia cercando di coinvolgere su di un tema così importante, politici e amministratori locali. Con scarsi risultati stando alle situazioni che vengono segnalate in molte province.
Così, negli ultimi giorni, (5 giugno) è il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) con il suo segretario nazionale a parlare di “Commissariato di Tolmezzo al collasso” tanto da riuscire a mettere in servizio una sola volante al giorno (a volte neanche quella) e della Polizia Stradale di Amaro diventata “invisibile” nel pattugliamento sulle strade della viabilità ordinaria.
Peggio ancora nella provincia di Foggia dove – è ancora il SAP a denunciate tale situazione – si parla di un pensionamento di 80 poliziotti nel triennio 2018/2020 rimpiazzati da venti unità.
Numeri non idonei a garantire la sicurezza ai cittadini a Monza (la denuncia arriva dal SIULP) dove la Questura (inaugurata in pompa magna il 15 aprile scorso, alla presenza dello stesso Ministro dell’Interno) conta appena 129 poliziotti per una provincia di 900mia abitanti.
Se la Questura di Pordenone lamenta, da anni, una cronica carenza di personale (Messaggero del Veneto, 29 maggio), a Potenza, la UIL-Polizia lancia un sos sulla sicurezza e sull’organico insufficiente per far fronte alla situazione criminale del Metaponto (Gazzetta di Potenza del 27 maggio).
Peggio va a Belluno con il SIULP che scrive (Il Gazzettino di Belluno, 27 maggio) al Sottosegretario all’Interno Molteni denunciando il “personale risicato” sia in Questura che al Commissariato di Cortina.
Non va meglio in Romagna dove il sindaco di Cesena sollecita il Ministro dell’Interno per avere i rinforzi “soltanto promessi alle forze dell’ordine della zona” (Corriere Romagna Forlì-Cesena del 18 maggio).
E si potrebbe continuare con queste segnalazioni che vengono dagli stessi operatori di polizia che vivono, quotidianamente, una realtà locale ben diversa da quella che viene “narrata” dall’Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza.
Una perenne campagna elettorale
Il dramma che, a mio avviso, sta vivendo il nostro Paese, non è soltanto dovuto alla testardaggine del Ministro dell’Interno che vuole a tutti i costi, tra le altre cose, l’approvazione del suo decreto bis sulla sicurezza pensando, così, di assicurare (illudendo ancora i cittadini) più tranquillità alla gente.
Il vero dramma è quello di vedere molti cittadini ipnotizzati dalla figura dell’uomo politico deciso, che ha le soluzioni pronte per buona parte dei problemi del Paese (non solo sulla sicurezza, visto che si interessa di molte altre cose), delle parole rassicuranti (molti slogan) che pronuncia ogni giorno, ogni ora. Spesso contrapponendosi ad altri Ministri, al Presidente della Camera, ad altri politici, a giornalisti, in una perenne campagna elettorale.
Una situazione che non durerà a lungo. Per il bene del Paese dove, nonostante la mistificante rappresentazione di “Paese più sicuro rispetto ad un anno fa” come dichiarato dallo stesso Ministro dell’Interno in una recente intervista al Corriere della Sera, continuano a registrarsi inquietanti episodi di criminalità e di violenza. E questo un po’ dovunque.
Così, dalla rassegna stampa locale sul sito della Polizia di Stato delle ultime 72 ore si rileva l’assalto, il 2 giugno, in pieno giorno, nella villa dell’ex sindaco di Paola ad opera di almeno tre rapinatori armati mentre nella casa si trovavano i due figli minorenni.
Nella stessa giornata, ad Andria, anche stavolta in pieno giorno e centro della cittadina, tra l’indifferenza dei passanti, due donne vengono rapinate.
A Napoli, nel frattempo, una trentina di giovani scorrazzavano per le vie cittadine nella zona del Vomero picchiando tre ragazzi per affermare il proprio domino sul territorio.
Non andava meglio nella benestante Firenze dove, in poche ore, due persone venivano accerchiate e rapinate in strada da un gruppo di stranieri.
Costretto a fare i bagagli in fretta e a rientrare nel suo Paese, anche lo “sceicco” (un ricco imprenditore arabo) sequestrato con tutta la famiglia e rapinato nella villa sul lago Trasimeno.
E non va meglio sulla riviera adriatica ed in particolare nella zona di San Benedetto sul Tronto dove si registrano quasi la metà di tutti i delitti che si verificano nella provincia picena e neanche a Bari dove due giovani di 15 e 16 anni (poi arrestati dalla polizia) travisati con felpe e passamontagna decidono di assaltare un supermarket minacciando con un coltello alla gola la cassiera.
Peggio ancora a Cerignola con tre rapine in meno di un’ora a market e benzinai e a Genova dove un operaio viene ferito gravemente a colpi di catena dopo un litigio con uno straniero in relazione ai profughi sbarcati nel porto.
Sulle colline di Firenze, colpi sventati nelle ville mentre i ladri segavano le inferriate grazie ai sistemi di allarme.
Una parziale e sintetica rassegna dei tanti, troppi, episodi di criminalità che non tranquillizzano nessuno dei tanti cittadini non “ipnotizzati” da un Ministro dell’Interno che aveva promesso più poliziotti e carabinieri in strada.
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