La rigogliosa malapianta della corruttela futura
Il decreto “sblocca cantieri” di cui molti autorevoli tecnici e magistrati – pur riconoscendo la necessità di una misura del genere – hanno sottolineato le debolezze, le ambiguità e il potenziale criminogeno, è un chiaro e deprecabile esempio di come la giustizia sociale possa essere sacrificata ai giochi di potere di una politica che ha perso l’orizzonte fondamentale dell’etica del bene comune.
Più spazio alla corruzione, con l’incremento di poteri arbitrari dei commissari straordinari svincolati da regole e controlli.
Più spazio alle infiltrazioni mafiose, con l’innalzamento della soglia di lavori subappaltabili.
Più spazio ai cartelli di imprenditori, i soli capaci di volgere a proprio vantaggio un meccanismo insensato di assegnazione delle gare con criteri casuali di esclusione delle offerte.
Meno spazio ai diritti e alla sicurezza dei lavoratori, ancora sacrificati sull’altare del profitto, per quanto spesso illecito.
Meno spazio a competenze e professionalità, data l’eliminazione di un albo dei professionisti imparziali per le commissioni di gara e la delega alle imprese dell’elaborazione dei progetti esecutivi nell’appalto integrato.
In poche parole, si sta concimando il terreno su cui potrà attecchire rigogliosa la malapianta della corruttela futura.
* Presidente nazionale Libera
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