Genova, giornalista ferito durante gli scontri al comizio di CasaPound
In un paese democratico i giornalisti non vengono manganellati dalla polizia.
Quanto accaduto a Genova è inconcepibile e richiede una spiegazione da parte delle autorità. Non bastano le scuse, dovute.
Massima solidarietà al collega Stefano Origone di Repubblica dalla redazione di Libera Informazione.
Federazione nazionale della Stampa italiana, Associazione Ligure dei Giornalisti e Gruppo Cronisti della Liguria al fianco del giornalista di Repubblica, Stefano Origone.
«Una piazza concessa ai neofascisti di CasaPound e decine di poliziotti in tenuta antisommossa comandati a rendere impermeabile una ‘zona nera’ nel cuore di Genova, città medaglia d’oro della Resistenza. E come già accaduto nelle tragiche giornate del G8 la gestione dell’ordine pubblico sfugge di mano. Un giornalista di Repubblica, Stefano Origone è investito da un drappello di poliziotti. Origone, come lui stesso ha raccontato, è stato ripetutamente colpito con manganellate e calci anche quando era a terra e ha urlato ‘Sono un giornalista’: un atto violento inqualificabile», scrivono in una nota i rappresentanti dei giornalisti.
Nel manifestare solidarietà e vicinanza al collega Origone e a tutti i cronisti come sempre impegnati ad assolvere al dovere di raccogliere notizie per informare l’opinione pubblica, l’Associazione ligure dei giornalisti, il Gruppo Cronisti e la Fnsi chiedono che «siano accertate le dinamiche e sanzionati i responsabili anche tra i cosiddetti antagonisti che avrebbero minacciato troupe della Rai e di Primo Canale», conclude il sindacato.
Secondo le prime informazioni raccolte, Origone ha riportato la frattura di due dita di una mano e contusioni ed ecchimosi sulla testa e sul corpo. Solidarietà al giornalista è stata espressa anche da Cgil, Arci, Anpi, Libera, Comunità di San Benedetto al Porto.
«Come avevamo chiesto nei giorni scorsi alle istituzioni – lamentano – la manifestazione di CasaPound non era da autorizzare. Genova, per la sua tradizione, non può tollerare chi si richiama esplicitamente all’ideologia fascista. La richiesta alle Istituzioni non cambia: basta con le provocazioni da parte di associazioni e movimenti politici che non rientrano nell’alveo della nostra democrazia».
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