Spacciare l’illusione di risolvere il problema-droga
Il Gruppo Abele prende posizione, con le parole del presidente onorario Leopoldo Grosso, sulla direttiva del Viminale, per la chiusura dei negozi che vendono cannabis legale.
La cannabis legale venduta negli smart shops contiene lo 0,2 di principio attivo.
Produce un effetto placebo, utile per coloro che vogliono smettere o ridurre il consumo, ed assolutamente innocuo per coloro che pensano di “darsi un tono”, ma che in questo modo non entrano in contatto con i pusher e il mercato illegale.
Chiuderli è un controsenso, che ignora ogni evidenza scientifica e tiene invece in conto i sondaggi elettorali che premiano chi propone soluzioni semplici che individuano facili capri espiatori, spacciando l’illusione di risolvere il problema-droga.
È invece un grande piano per l’occupazione giovanile che avrebbe l’effetto di ridurre di gran lunga il volume dei consumi di sostanze psicoattive: ma costa, e costituirebbe un programma ed un impegno serio, rivolto al benessere dei giovani, che restituirebbe loro prospettive di futuro, offrendo opportunità di coinvolgimento e rafforzando identità che avrebbero meno bisogno di evasioni e compensazioni.
Ma non si ascolta nessuno: da dieci anni l’obbligo per legge di convocare la Conferenza Nazionale sulle tossicodipendenze non viene rispettato dal Governo.
Da dieci anni non viene nominato un comitato e una consulta scientifica.
Nel frattempo i servizi sono stati depotenziati: i Ser.t con sempre meno operatori a disposizione; alcune comunità terapeutiche costrette a chiudere.
I cannabis shop non sono la causa delle dipendenze giovanili, nè la loro chiusura la soluzione.
(Leopoldo Grosso, presidente onorario Gruppo Abele)
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