A chi ha fatto paura la pubblicazione della prova fotografica che Jan Kuciak – reporter investigativo – fosse spiato e pedinato? Tre foto allegate al fascicolo di indagine sugli omicidi di Jan e Martina hanno scosso la Slovacchia.
Il fascicolo di indagine dei due omicidi deve rimanere nelle mani del procuratore che sta indagando, se vogliamo rimanere in Europa e non scivolare verso il Medio Evo. La trasparenza verso il popolo è un diritto costituzionale internazionale. Qualcuno ha paura delle confessioni di uno dei killer? Evidentemente sì. È stata annunciata una conferenza stampa a un anno dagli omicidi dei due eroi Jan e Martina, testimoni della Slovacchia della legalità. Una conferenza stampa che vorrebbe forse dirci che sono stati trovati i mandanti in fretta e furia – quali, chi e come non si sa – al fine di chiudere la vicenda scabrosa? Scusate ma questo modo di procedere non è convincente.
Dopo le foto dello spionaggio di Jan Kuciak, fotografato e pedinato fino a casa dove è stato assassinato con Martina, nessuno ci ha spiegato fino ad ora nulla. Le famiglie Kuciak-Kusnirova ne hanno il primo diritto: i figli non sono carne da macello! Poi ne ha diritto la società civile democratica, perché i cittadini non sono le ‘comparse’ teatrali del potere. Certamente Jan non era l’unico obiettivo della squadra omicida, ce n’erano altri ancora, giornalisti altrettanto pericolosi. Io credo che a rischio siano altri colleghi che sono stati spiati. Le indagini dei reporter pubblicate ‘fuori controllo’ del palazzo del potere, possono bruciare miliardi di euro illeciti. Questo è il punto.
Perché il governo slovacco non si decide a fare una legge che metta fuori legge lo spionaggio dei giornalisti che lavorano al servizio dei cittadini? Perché il Parlamento non fa una legge per la tutela delle fonti dei giornalisti e dei testimoni nelle inchieste investigative dei reporter? Invece di usare ‘foglie di fico’, il governo slovacco dovrebbe spiegare alla platea europea, e non solo in Slovacchia, il perché delle foto. È necessaria una Commissione di indagine europea che accerti col governo slovacco perché un giornalista perbene sia stato fotografato, pedinato, minacciato e poi ucciso con la sua compagna, che era certamente una pericolosa testimone dei segreti di Jan.
Perché la procura generale all’epoca non indagò Kocner, cioè chi minacciava. Invece fu pedinata la vittima della minaccia. Martina e Jan rappresentano la nuova generazione europea moderna e della legalità. Jan aveva puntato non solo sugli imprenditori slovacchi torbidi, ma anche sui Vadalà della ndrangheta e sui loro intrecci con gli esponenti politici di primo piano slovacchi. Un capitolo del tutto aperto e opaco che riserva molte sorprese. Anche su questo si attende una chiarezza che fino ad ora non è arrivata dal governo. Intervenga l’Europa sulle foto dello spionaggio di Jan Kuciak, intervengano le ONG internazionali per la protezione dei giornalisti. I giornalisti investigativi slovacchi che sono stati spiati ad oggi, sono a rischio. E con loro tanti altri in Europa.
Occorrono garanzie e trasparenza per la democrazia e l’informazione. Non dimentichiamo che negli anni Novanta alcuni giornalisti slovacchi sono scomparsi e di loro non sono state ritrovate più tracce. Occorre un’indagine conoscitiva sulle garanzie dell’informazione e un libro bianco sui giornalisti in Slovacchia.