Contromafiecorruzione, dal riciclaggio al gioco d’azzardo
Quest’anno, tra l’1 e il 3 febbraio, in una Trieste bagnata da una pioggia non eccessiva ma costante, si è tenuto uno speciale incontro “Contromafiecorruzione”, gli stati generali dell’antimafia, incentrato sul Nord-Est del nostro Paese; edizione speciale mirata, insieme alla giornata nazionale del 21 marzo, che si svolgerà a Padova, ad accendere i riflettori su un territorio, che non può considerarsi un’“isola felice”, e sul quale bisogna intervenire per contrastare le infiltrazioni mafiose.
Il 2 febbraio si sono tenuti i lavori degli 8 gruppi, divisi in 4 temi: persone; racconti; ambiente ed economie. Avendo partecipato al gruppo “il riciclaggio: investimenti legali, gioco d’azzardo e paradisi fiscali oltre confine”, le considerazioni provengono da quanto avvenuto in quest’ultimo.
I lavori sono stati divisi in 3 sessioni, ognuna delle quali ha trattato un tema distinto, sebbene collegato dal fil rouge del riciclaggio.
Particolarmente stimolante è stata la presenza di relatori con esperienze diverse e, quindi, con diversi punti di vista, da quello giornalistico a quello accademico. Unica nota negativa di questo evento è stato il poco tempo a disposizione, che ha obbligato i relatori a sorvolare su alcuni punti e che, soprattutto, ha limitato di molto la possibilità di dibattito. Ciononostante i lavori di questo gruppo sono stati caratterizzati dallo scambio di opinioni differenti, segno concreto di come non esista una soluzione unica per affrontare i problemi, a dimostrazione che non tutti la pensino allo stesso modo.
Merita attenzione il fatto che, nonostante nel titolo si accennasse ai paradisi fiscali, l’attenzione si sia spostata sui cosiddetti “paradisi normativi”, paesi dove le normative non sono tanto rigorose quanto le nostre e che permettono alle organizzazioni criminali, anche mafiose, di prosperare vanificando il lavoro degli inquirenti. Il riciclaggio, infatti, proprio per la sua natura finanziaria, non è vincolato da alcun confine. Considerazione, questa, che dovrebbe spingerci a chiedere con più forza l’uniformazione delle normative, per lo meno a livello europeo.
Si è parlato di gioco d’azzardo, sia come mezzo di guadagno delle organizzazioni criminali sia come problema sociale.
Anche su questo tema vi sono state delle divergenze su come affrontare la questione ma unitarietà d’opinioni vi è stata nei confronti del fenomeno del gioco d’azzardo online. Oltre a rendere estremamente più ampia la platea di coloro che “azzardano”, le inchieste, giornalistiche e degli inquirenti, hanno dimostrato come molte cosche mafiose abbiano fiutato, fin dai primi anni duemila, le potenzialità del gioco online e si siano inserite nel mercato. Infatti, tema emerso in tutti gli interventi, le organizzazioni mafiose si avvalgono di professionalità elevate, come avvocati, notai, informatici e ingegneri.
Uno dei relatori ha mostrato come ormai le mafie non si avvalgano principalmente di piccole imprese bensì operino attraverso filiere, avvantaggiate dal fatto che sia più difficile ricostruire lo schema del gruppo e che le diverse imprese siano ubicate in diversi territori, e quindi sotto la competenza di procure diverse.
L’intervento si concludeva con un punto più volte ripetuto, anche nella plenaria di chiusura: la lotta alle mafie, oltre a essere un dovere etico, è anche un vantaggio. Più soldi per i servizi, più diritti, più lavoro. La ricerca svolta dal relatore, infatti, mostrava come, una volta eliminato l’elemento mafioso da un’impresa, le imprese concorrenti ubicate nella stessa provincia aumentassero i costi del lavoro, quindi maggiori assunzioni e maggiori retribuzioni.
Finito questo evento credo che tutti siamo tornati con degli spunti utili per approfondire la tematica scelta e, soprattutto, più carichi per affrontare le difficoltà che sono presenti nei nostri territori; perché, come ha tenuto a ricordare Don Ciotti, “la strada è ancora lunga”. E la lunghezza della strada, che facilmente può spingerci a rinunciare, viene idealmente accorciata quando ci si incontra e si vede che non si è soli e che, se le mafie sembrano essere molto forti, l’antimafia non è da meno.
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