Speculazioni sacrileghe
Le parole sono stanche e tristi di fronte al naufragio della speranza di chi cercando la vita trova soltanto la morte. Le parole rischiano di consumarsi nella loro fragile inconsistenza.
Più forti appaiono gli atteggiamenti sprezzanti che prediligono la scorciatoia del luogo comune, e talvolta della menzogna, al ragionamento e all’ascolto della coscienza. Persino all’ascolto del dolore.
Perché appare del tutto disarmante e incomprensibile la scelta di chi affronta un rischio tanto alto se non fosse perché scappa da una morte più certa. A speculare sacrilegamente su queste vite non vi sono solo scafisti e trafficanti senza scrupolo ma anche governi e governanti. Quelli dei Paesi d’origine che spesso sono vittime consapevoli di ricatti e corruzione provenienti dall’esterno, quelli della Libia e della Turchia che usano quella disperazione come strumento di estorsione di una sorta di pizzo verso l’Europa.
La chiusura dei governi europei che rifiutano soccorso e ospitalità in nome di sovranismi elettoralmente molto più redditizi. Anche il nostro governo concima la propria sopravvivenza con il letame di una disumanità mascherata da bullismo muscolare a tutela apparente del benessere italico.
Intanto i poveri muoiono. E con loro anche la nostra umanità.
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