La lettera di Gesù bambino al governo italiano
La lettera di Natale con la richiesta del regalo quest’anno la scrive Gesù Bambino a noi, anzi al governo. E nella sua povertà non arriva nemmeno a chiedere un regalo, ma l’applicazione pura e semplice di una legge dello Stato.
Quella approvata dalle Camere nel luglio 1990 con il numero 185 e che regola il commercio delle armi. Evita persino di ricordare ai membri dell’esecutivo che quella legge è il frutto della mobilitazione di una fetta di società civile. Semplicemente ne chiede la fedele applicazione soprattutto nella partita che riguarda la produzione di bombe da parte dell’azienda tedesca RWM in Sardegna e destinate all’Arabia Saudita, ovvero al massacro in atto in Yemen. E siccome continua a sentire il ritornello stonato: “Se non le produciamo noi, le producono altri” e “Dobbiamo salvaguardare i posti di lavoro”, nella lettera – a scanso di equivoci – ricorda quell’articolo 8 della legge che chiede all’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento di “Contribuire anche allo studio e alla individuazione di ipotesi di conversione delle imprese. In particolare di identificare le possibilità di utilizzazione per usi non militari di materiali derivati da quelli di cui all’articolo 2, ai fini di tutela dell’ambiente, protezione civile, sanità, agricoltura, scientifici e di ricerca, energetici, nonché di altre applicazioni nel campo civile”.
Lo so che non è facile. Ma almeno abbiamo cominciato? Ce lo chiede quel Gesù bambino che tenta di nascere e vivere in Yemen.
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