Il bollettino antidroga in Italia
Il mese di ottobre ha registrato uno dei maggiori quantitativi di sequestri di stupefacenti dell’anno: 6.087,372kg, con il record, mensile, di oltre 324kg di eroina di cui ben 266kg a Genova, per un totale nazionale del 2018 pari a 811,989kg. Negli ultimi cinque anni il picco dei sequestri di eroina si è avuto nel 2014 con 937kg. Tira il mercato di questa droga anche in altre province. A Bergamo, infatti, il sequestro mensile è stato di 12,611kg, a Varese di 21,654kg, a Taranto addirittura di 4kg superando, così, i sequestri in alcune grandi città come Roma (2,573kg), Milano (1,966kg), Napoli (3,059kg). Allarme eroina anche a Nuoro dove il prefetto, nei giorni scorsi, ha lanciato l’allarme citando i dieci casi di ragazzi in overdose in pochi mesi. Superato anche il tetto del mezzo milione di piante di marijuana sequestrate (500.469) a livello nazionale con il primato, mensile, di Agrigento dove la polizia ha localizzato 10.057 piante, il record dell’anno per quella provincia. Ingegnoso anche il sistema di coltivazione domestica adottato da un agrigentino (arrestato dalla polizia a novembre) con piante concimate in un struttura mobile (una sorta di “camera climatica”) facilmente trasferibile e dotata di tutto l’occorrente per una eccellente coltivazione di marijuana.
Dall’inizio dell’anno, dunque, forze di polizia e dogane hanno bloccato complessivamente 75.265,513kg di stupefacenti di cui 43.958kg di hashish, 28.151kg di marijuana e 1.910kg di cocaina (dati elaborati sulla scorta dei rapporti mensili redatti dalla Direzione Centrale per i Sevizi Antidroga- Dipartimento della Pubblica Sicurezza). Difficile,a questo punto, ipotizzare il superamento di oltre cento tonnellate come avvenuto negli ultimi due anni anche se non si possono escludere importanti operazioni antidroga in questa fase finale del 2018. Aumentato anche il numero di persone denunciate all’autorità giudiziaria nel mese di ottobre per traffico/spaccio (3.065) dopo la “pausa” estiva (di norma coincidente con un calo di operazioni antidroga) che aveva segnato 2.177 denunciati (luglio) e 2.209 (agosto). Aumentato anche il numero di stranieri coinvolti nello spaccio (1.152) che nei due mesi estivi citati erano scesi, rispettivamente, a 821 e 860.
Continua, dunque, il grande business del narcotraffico gestito, in via prioritaria, dalle organizzazioni criminali italiane (su tutte la mafia calabrese) – in affari con alcune compagini straniere divenute ormai stanziali nel nostro Paese – che si affidano a broker di grande esperienza in un mondo in cui la ricchezza sembra diventata l’unico filo conduttore. La guerra al narcotraffico, che si può considerare persa da tempo, nonostante molte battaglie vinte dalle forze di sicurezza, continua ad impegnare, almeno in apparenza, alcune istituzioni di Paesi europei ed extraeuropei i cui Governi, tuttavia, sono sempre più alle prese con gli obiettivi, ritenuti prioritari, della crescita, dei mercati finanziari, del controllo delle immigrazioni, dell’aumento del Pil. Il particolare, inquietante, che il “nuovo” Pil italiano (e degli Stati europei) includa,sin dal 2014, nella misura di circa un punto percentuale (stime Istat), le ricchezze provenienti dalle imprese mafiose come il commercio di stupefacenti, il contrabbando di sigarette e la prostituzione, è stato accantonato. Insieme all’auspicio di “una profonda riflessione” sul punto che aveva raccomandato la Commissione parlamentare Antimafia nella scorsa Legislatura (cfr. la relazione finale del febbraio 2018, pagg.245-248).
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