In visita a MeMo – Memorie in movimento
MeMo – Memorie in movimento è un percorso multimediale ideato e realizzato da Cinemovel Foundation per un bene confiscato a Galbiate (Lecco). Studenti e insegnanti sperimentano un nuovo modello di avvicinamento ai temi della legalità, della memoria e dell’incontro tra generazioni. Grazie alla collaborazione con Rai Teche, le immagini in movimento, il linguaggio globale più condiviso oggi, diventano strumento e filo conduttore delle storie che i muri raccontano ai giovani.
Al centro del progetto un immobile confiscato alla famiglia Coco-Trovato a metà anni ’90 e oggi Centro diurno per anziani affidato alla Cooperativa L’Arcobaleno. Una traccia tangibile della presenza della ‘ndrangheta in Lombardia, e al tempo stesso esempio virtuoso di buona pratica resa possibile dalla legge 109 del 1996, la cosiddetta “Rognoni-La Torre”.
Attraverso un processo partecipativo, Cinemovel ha coinvolto gli operatori della Cooperativa, gli ospiti del Centro diurno e i protagonisti della società civile nella produzione di un racconto collettivo e multimediale. La comprensione dei fenomeni mafiosi, e del riscatto di individui e comunità, trova forma nelle storie raccontate da giornalisti, autori e membri della società civile responsabile come Carlo Lucarelli, Pierfrancesco Diliberto (PIF), Giuseppe Marrazzo, Enzo Biagi e Don Luigi Ciotti, attivando gli studenti in una dinamica di ricerca-azione.
“MeMo è il risultato di un percorso avviato da Cinemovel nel 2006, con le prime tappe di Libero Cinema in Libera Terra, il Festival di cinema itinerante contro le mafie. Porta con sé le tracce dei chilometri percorsi in dodici anni di cinema itinerante sui beni confiscati, degli incontri vissuti lungo il cammino e di un agire di frontiera tra tradizione e innovazione, tra nuove tecnologie e comunicazione sociale. Dentro MeMo rientra l’esperienza di Schermi in Classe con cui dal 2011 sperimentiamo nuovi modelli di coinvolgimento per le scuole, facilitando l’avvicinamento ai temi e il confronto tra generazioni. L’obiettivo comune, con la Cooperativa L’Arcobaleno e i partner del progetto, è dar voce a un bene confiscato, avviando un dialogo tra gli studenti del territorio e le storie di riscatto dalla violenza mafiosa”.
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