#LiberaIdee, per una rinnovata azione antimafia e anticorruzione
Lontani dalla politica che viene sentita distante dalla vita quotidiana, considerata la prima causa della corruzione e del malaffare, tantissimi giovani disgustati per questo, la mafia considerata un fenomeno globale ma anche lontano, marginale, di ridotta pericolosità sociale: l’affresco che emerge da “LiberaIdee”, la ricerca di Libera sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione, è fatto di tante contraddizioni e soprattutto indicazioni molto preoccupanti, ma don Luigi Ciotti, Presidente nazionale Libera, Federico Cafiero De Raho, il Procuratore nazionale antimafia e Raffaele Cantone, il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione e Francesca Rispoli, dell’Ufficio di Presidenza di Libera, presentano i risultati della raccolta di dati e l’analisi dei 10mila questionari, mostrando, come si dice, “di non avere nessuna intenzione di girarci intorno”. Ed anzi, spiega Francesca Rispoli, “la ricerca sarà portata in duecento tappe in giro per l’Italia questo è solo il punto di partenza, lo stimolo per una campagna di iniziative e di azione sociale in tutto il Paese ma anche in altri Paesi europei in cui Libera è presente”. E’ “uno stimolo a tenere gli occhi aperti e le coscienze sveglie” conferma don Luigi Ciotti, «serve a rafforzare l’attenzione su alcuni temi di fondo a metterli meglio a fuoco” . Il Presidente di Libera parla della equazione riduttiva e anacronistica, salvo che in alcuni territori, tra mafia e fatti di sangue, che significa sottovalutare la pericolosità del fenomeno. “A 26 anni dalle stragi di mafia- dice don Ciotti- cadono le braccia quando i dati rivelano una realtà sconcertante: sopravvive il pregiudizio delle mafie come fenomeno tipico del Sud”. Il fondatore di Libera spiega che mentre la mafia è fatta da imprenditori, professionisti, uomini capaci di mostrare molti volti, uno a seconda di ogni occorrenza, si corra il rischio dell’ennesimo tentativo di normalizzazione. “Normalizzare la questione mafiosa, considerare le mafie come un male in parte superato e in parte ineluttabile”.
“L’attenzione alle mafie e alla corruzione passa in secondo piano rispetto a tanti altri problemi, ma quando ci sono corruzione e mafia l’economia va a fondo” dice il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, commentando i dati della ricerca. E aggiunge che quando si sottolinea la gravità della situazione “quella voce viene sopita, non viene raccolta da nessuno, è come se non si fosse in linea. Questo -spiega- è il peggiore aspetto che si coglie in questo momento nel Paese. Non vi è attenzione per questi fenomeni emergenziali”. Ma non si ferma qui: il Procuratore Nazionale Antimafia sottolinea che se c’è sfiducia anche nei confronti delle istituzioni -come rivelano i dati raccolti da Libera-, questo è il frutto di una scarsa capacità di far sentire ai cittadini che ci si sta battendo per i loro diritti, i diritti di tutti. La ricerca tra l’altro mostra come la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni alla fine coinvolga non solo la politica, ma anche la magistratura, le forze dell’ordine. C’è quella che potrebbe essere definita una crisi di credibilità generale. E sicuramente i condoni non fanno crescere “la fiducia, dei cittadini nelle istituzioni”, spiega il presidente Cantone, che aggiunge: non c’è “un segnale che aiuta la fiducia quando ogni anno i condoni vengono più o meno ripetuti cambiando i nomi, come se bastasse questo a nasconderli”. Il presidente dell’Autorità Anticorruzione, manifesta preoccupazione in particolare per la mancanza di fiducia nelle istituzioni, soprattutto al sud, per le tantissime persone comuni che pensano di non poter far nulla contro la corruzione: “si tratta di numeri spaventosi – dice Cantone- ed è preoccupante in particolare che la sfiducia emerga tra i più giovani”.
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