“Esecuzioni capitali sommarie” in Messico, “sicurezza casereccia” in Italia
Poco più di 31mila omicidi volontari nel 2017 dovrebbe essere un dato da non sottovalutare in un paese come il Messico da anni caratterizzato da una violenza che non ha eguali nel mondo. Il problema, già drammatico negli ultimi anni con la nascita in molti municipi di gruppi di autodifesa dei cittadini, si è acuito negli ultimi tempi. Non più soltanto blocchi stradali e controlli da parte di gente comune, uomini e donne, armati di fucili nelle periferie dei villaggi, ma vere “cacce all’uomo” culminate con rapide esecuzioni capitali. In genere con impiccagioni in strada e successive eliminazioni bruciando i cadaveri. Alcuni sporadici episodi si erano verificati già alla fine del 2017, nei municipi di San Jeronimo Tlacohala e di Libres, con alcuni presunti delinquenti, sottratti, in un caso alla stessa polizia e giustiziati dalla gente.
Il perdurante clima di insicurezza collettiva che si vive in diversi Stati messicani anche nel corrente anno (già oltre 26mila omicidi nei primi otto mesi), ha fatto registrare diversi altri episodi di “esecuzioni capitali ” negli ultimi giorni. E’ accaduto nel municipi di Santa Maria di Huazolotitlan (Oaxaca) dove un giovane di 32 anni bloccato dalla polizia locale per violenza sessuale di una cinquantenne, è stato prelevato con la forza dall’ufficio di polizia da un inferocito gruppo di cittadini e impiccato poco dopo. Alla fine di agosto altre due persone, a Chicuatla e a Tula, accusate di aver tentato di rapire bambini, sono state brutalmente malmenate e poi bruciate da un drappello di abitanti. Alla fine di settembre scorso, a Metepec, ancora una serrata caccia ai “ruba bambini” notati in giro per il paese, con la polizia che cerca, invano, di bloccare l’esecuzione a morte di uno dei quattro risultato essere un agente di polizia. Una situazione, dunque, incontrollabile, divenuta tale dopo anni di denunce e insofferenze di intere comunità che lamentavano, giustamente, l’inadeguata presenza delle autorità deputate alla sicurezza pubblica e, in diversi casi, la loro negligenza o collusione con la delinquenza locale.
Dalle nostre parti, fortunatamente, non abbiamo situazioni del genere anche se le “iniziative” che vanno avanti da tempo, dopo le tante denunce con cui si reclama più sicurezza, di privati cittadini organizzati in gruppi di vicinato, di vedette, di sentinelle nei quartieri o di gruppuscoli politici di ispirazione fascista (Casapound, Forza Nuova) che fanno “passeggiate per la legalità” continuano a diffondersi in molte città italiane. Tutte persone che si attribuiscono (in qualche caso con la benevolenza o l’indifferenza delle autorità locali) arbitrariamente funzioni e compiti di vigilanza, controllo, osservazione, annotazione che competono allo Stato, alle autorità di pubblica sicurezza, alle forze di polizia. Si riprendono, così, negli ultimissimi giorni, impolverati e inutili “protocolli” di sicurezza redatti da enti locali con istituti di vigilanza privata “per fermare le spaccate” (Padova), si lanciano “appelli” al Capo dello Stato per migliorare la sicurezza (Latina, quartiere di Nuova California), si formano gruppi di Whatsapp dopo i ripetuti furti nelle abitazioni (Santarcangelo), nascono altri “controlli di vicinato” con tanto di cartellonistica per “mettere in guardia i malintenzionati” (!) (Foligno), tornano di attualità le “ronde” (Trieste)e i “tour” per la sicurezza di Casapound (Sarzana), il “servizio di vicinato” per “favorire” l’attività di prevenzione delle forze di polizia nel quartiere San Giovanni (Arezzo). Inascoltati, da anni, continuano anche gli allarmi dei sindacati di polizia che “chiedono rinforzi (Savona), denunciano le gravi carenze di personale nei Commissariati di Pubblica Sicurezza (Barletta/Andria), chiedono più risorse per combattere una criminalità sempre più arrogante (Napoli).
Dopo le “narrazioni” degli ultimi anni con le storielle dei delitti in calo e le promesse fatte in campagna elettorale di assunzioni straordinarie di poliziotti e carabinieri (gli unici in grado di fare una reale prevenzione generale), la gente, stanca, attende fatti concreti, non più rinviabili.
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