Un impegno che continua
Scompare Rita Borsellino, la sua eredità è la strada sulla quale continuare a cercare “La Verità e non una verità”
Rita Borsellino non c’è più. Ci lascia le sue Parole, una Eredità con la quale prolungare la strada dell’impegno contro la mafia, per una rivoluzione civile contro la nuova Cosa nostra che oggi non è più fatta da coppole e lupare, ma da professionisti che nei campi dove operano sono pronti a fornire sponde utili ai mafiosi.
Condividiamo le parole scritte dall’associazione Libera: «Ci mancherai molto Rita. Ci mancheranno le Tue parole, la Tua passione, la Tua sete di vita. E ricordandoti cercheremo di essere anche noi un po’ più vivi». E allora salutando Rita Borsellino noi che facciamo parte del mondo dell’informazione, e lavoriamo in una periferia dove ancora oggi si preferisce sparlare dell’antimafia senza parlare delle malefatte mafiose, abbiamo deciso di ripartire da quello che lei ci ha indicato come dovere: operare, scrivere, perché «la società sia consapevole del suo diritto a pretendere la verità. Giustizia non ce n’è. Non ce n’è perché non se ne è voluta, allora il messaggio sia questo: vogliamo la giustizia e, siccome è una cosa realizzabile, realizziamola».
Grazie al giornalista del Tg3 Fabrizio Feo che ci ha restituito l’impeto di Rita Borsellino, quello con cui parlava dell’ulivo piantato sul luogo della strage di via D’Amelio dove – il 19 luglio 1992 – morirono il procuratore Paolo Borsellino e i poliziotti della scorta, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli. Quella forza con cui sottolineava che quell’albero: «È stato piantato come segno di Pace, deve diventare segno di Giustizia, deve diventare segno di verità».
Noi la ricordiamo come seppe essere vicino alla militanza antimafia della provincia di Trapani, da attivista di Libera e da deputato regionale, quale fu tra il 2006 e il 2008 (quando la Sicilia preferì Totò Cuffaro a lei nella corsa a presidente della Regione) ed infine da europarlamentare del Pd dal 2009 al 2014. Quando nel gennaio 2014 un gruppo numeroso di associazioni e movimenti politici seppe organizzare una “agorà” per gridare ad alta voce il “No” di Trapani alla mafia, iniziativa che qualcuno si adoperò subito per demolire, Rita Borsellino fece avere la sua voce, impossibilitata a partecipare per gli impegni all’interno del Parlamento di Strasburgo.
Ci piace oggi riproporvi anche questo suo scritto: «Mi spiace non essere lì con voi, ma pur lontana, voglio esprimere il mio sostegno personale e quello del movimento Un’altra Storia, all’iniziativa “Trapani dice di No”. Mi stringo attorno ai magistrati e giudici del Tribunale di Trapani oggetto di pesanti atti intimidatori nel recente periodo che vanno tutelati e difesi con forza e determinazione perché mai restino soli ad affrontare la ricerca della verità e della giustizia. Mi auguro che le istituzioni prestino la dovuta attenzione alla realtà di Trapani dove la mafia ha lasciato in passato e ancora oggi continua purtroppo a lasciare segni pesanti della sua presenza mantenendo irrisolte vicende ancora indecifrabili. Sono certa che la solidarietà della gente verso chi ogni giorno – come i magistrati – compie il proprio dovere per combattere la criminalità organizzata, la partecipazione civile e l’impegno quotidiano di ogni cittadino possano restituire dignità civile e riscatto culturale al territorio».
Sono parole che oggi vogliamo che siano lette dai cittadini trapanesi, e non solo, offrendo loro letture vere e reali su cos’è l’antimafia e su cosa è oggi la mafia che dalle nostre parti trova sempre qualcuno pronto a spargere fango.
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