Gli indescrivibili giovani di Libera
Ci sono momenti indescrivibili in cui vivi così tante sensazioni ed emozioni forti che vorresti raccontarle a tutti. Eppurre non riesci, perchè per capirli – questi momenti – puoi solo viverli.
Momenti indescrivibili come un tramonto sul lungomare siciliano; momenti indescrivibili come essere lì, tra quelle pietre, calpestando lo stesso terreno in cui 71 anni fa si erano ritrovati circa duemila lavoratori a festeggiare il primo maggio e dove sempre 71 anni fa morirono 11 persone. È indescrivibile pensare che noi, più di 200 ragazzi di Libera da tutta Italia, eravmo lì a ricordare quella strage, strage su cui cadde il segreto di Stato.
È indescrivibile la pelle d’oca che mi è venuta ascoltando le parole di Serafino, uno dei sopravvissuti alla strage. Portella della Ginetra è un simbolo siciliano, o meglio italiano, e noi con la nostra presenza abbiamo fatto fermare, anche se per poco, i passanti. Mi piace immaginare che in quel momento, vedendoci lì, loro che sono abituati a percorrere quella strada, si siano girati a pensare e a riflettere alla storia di quel posto. Un posto che conoscono e che, forse, non sempre osservano.
Penso che quello che facciamo non tocchi solo noi, ma anche chi ci guarda. E allora spero che quella notte, le persone che ci hanno visti lì, prima di addormentarsi abbiano pensato a quella strage.
Pietre che sembrano poste a caso e che invece corrispondono al punto in cui le undici vittime sono morte. No, non bastano le parole: bisogna vederle. Bisogna fermarsi a guardarle.
Sono indescrivibili i colori delle bandiere di Libera che sventolavano sul cielo di Partanna, i nostri sorrisi e i nostri canti per te, Picciridda. Eri sola da viva, ma ora non lo sei più, cara Rita: noi eravamo lì e ci saremo sempre a ricordare la tua storia. È indescrivibile pensare al coraggio di una diciassettenne che si ribellò alla famiglia e che anche da morta non ebbe la pace che meritava. Aveva la vita davanti, Rita Atria, e noi continueremo le nostre portandoci la sua storia nel cuore.
È indescrivibile mangiare nella pizzeria Impastato e poter ascoltare le parole di Giovanni, fratello di Peppino, e di Ottavio Navarra. È indescrivibile il coraggio di Peppino che, come Rita, ma in modo diverso, si è ribellato. È indescrivibile l’amore di mamma Felicia, che nonostante non abbia mai lasciato il marito, non ha mai abbandonato Peppino.
È indescrivibile pensare a tutte queste vittime e poi girarsi in torno e vedere quanti siamo e soprattutto quanto belli siamo! Abbiamo quella bellezza del metterci in gioco, del metterci la faccia, dello sporcarci le mani e di voler lottare contro l’indifferenza. Lo dobbiamo a loro, a noi e al nostro futuro.
Noi più di 200 siamo INDESCRIVIBILI .
*Laboratorio Giornalismo Civile, Trappeto (Pa) – Giovani di Libera
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