Narcotraffico in Veneto (con Belluno drug-free)
La recente “retata” di Mestre (Venezia) di 25 spacciatori nigeriani (altri 16 sono ricercati) da parte della Polizia di Stato, è l’ultima conferma di quanto andiamo ripetendo da anni sulla sostanziale incontrollabilità del narcotraffico nel nostro paese (e in gran parte dei paesi UE). In Veneto, poi,quello che colpisce maggiormente esaminando i dati statistici, ormai consolidati, contenuti nella relazione annuale del 2017 (presentata alcuni giorni fa) della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga-DCSA sull’attività di contrasto svolta dalle forze di polizia e dalle dogane , è la seconda più alta percentuale (63%, come in Emilia Romagna e in Umbria) dopo la Toscana (66,39%), degli stranieri denunciati (1.230, un più 18% rispetto al 2016) rispetto alla media nazionale del 39,69%. Percentuali che superano il 50% anche in Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Lombardia per tornare al di sotto della media nazionale nelle Marche (38,50%) e nel Lazio (35,97%). I circa 14mila stranieri denunciati in ambito nazionale, di cui 10.122 i stato di arresto, sul totale di 35.190 persone, rappresentano ancora il 40% circa di tutti i denunciati per questi delitti collegati al narcotraffico. Un trend costante da alcuni anni.
La gran parte delle denunce (97,97%) nel Veneto ha riguardato il delitto di traffico/spaccio e solo il 2,03% quello dell’associazione finalizzata allo spaccio. Si tratta, dunque, di “manovalanza extracomunitaria” (in prevalenza nigeriani, tunisini, albanesi) addetti alla diffusione capillare degli stupefacenti nelle diverse città, aspetto che, in realtà, emerge nella quasi totalità delle “piazze di spaccio nazionali” dove, oltre alle indicate etnie, operano anche marocchini, gambiani e senegalesi. In tutta la regione, il valore più basso degli stranieri denunciati si è avuto nel 2015 con 873 persone mentre i sequestri complessivi di stupefacenti, 3.185,80kg (un più 96% rispetto al 2016) pongono il Veneto nella nona posizione a livello nazionale.
Da rilevare il sequestro di 121,80kg di eroina, subito dopo il primato nazionale di 130,17kg della Lombardia, con la conferma del “ritorno di questa sostanza sul mercato di consumo nazionale”. A Padova si è avuto il più consistente sequestro (71,10kg) di questa sostanza al cui abuso vengono imputati i casi di decessi che, in tutto il Veneto, sono stati 36 (il 12,24% del totale nazionale, il valore più alto del decennio) di cui 18 a Venezia e 6 a Vicenza. Nel decennio in tutta la regione si sono contati 258 morti per overdose. I 294 casi di morte per overdose del 2017 su tutto il territorio nazionale sono saliti del più 9,7% rispetto al 2016 invertendo un andamento decrescente negli ultimi dieci anni e ciò è imputabile alla “impennata nei consumi di eroina”.
Padova, inoltre,con i 440 stranieri denunciati all’a.g. sul totale di 576 persone ha raggiunto una delle più alte percentuali in Italia, il 76%, degli stranieri coinvolti nello spaccio. Ed ancora, Padova e provincia è prima nel numero di operazioni annuali antidroga (444) e nei sequestri di piante di cannabis(3.050), seguita da Treviso (1.545), Verona (1.092), Vicenza (303), Venezia (119), Rovigo (84) e Belluno (29). Quest’ultima provincia continua ad essere “drug-free” stando alle rilevazioni statistiche degli ultimi anni con modestissime quantità di droghe sequestrate ( nel 2017 appena 96grammi di cui 2g di cocaina, uno di eroina ed i restanti di marijuana) e la cosa appare davvero “stupefacente” e meritevole di approfondimento.
Verona è la provincia che ha annotato il maggiore quantitativo di marijuana (1.931,19kg) e di cocaina (25.55kg) sequestrati mentre Venezia è in pole position per le pasticche di amfetamine tolte dal mercato (2.749). Una situazione generale di un fenomeno criminale che anche a livello nazionale richiederebbe ben altra attenzione di quella che continua a rilevarsi da parte della “nuova” classe dirigente politica.
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