L’ipoteca dell’ecomafia sull’Italia
E’ un quadro di luci e ombre quello tracciato da Legambiente nel rapporto Ecomafie, presentato martedì 9 luglio alla Camera.
E’ un documento che si conclude con richieste in dieci punti alle forze politiche e al governo, perché l’iniziativa, l’azione di contrasto, ma anche di prevenzione e difesa del Paese e dei cittadini, vada avanti, ma scriva anche pagine nuove.
Nel 2017, secondo il Rapporto Ecomafie, si è registrato un boom di arresti per crimini contro l’ambiente e d’inchieste sui traffici illegali di rifiuti, ed è la Campania -segnala l’organizzazione ambientalista – ad essere ancora una volta in testa per il numero di reati. Inoltre i delitti contro l’ambiente sono concentrati, ancora una volta, in larga parte nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa. Lì toccano il 44% del totale.
La percentuale più alta di illeciti su scala nazionale è stata registrata nel settore dei rifiuti, il cuore pulsante delle strategie ecocriminali.
In crescita, anche, le tonnellate di rifiuti sequestrate dalle forze dell’ordine. I soli dati che arrivano da 54 inchieste sul totale di 94 svolte da magistratura e forze dell’ordine parlano di 4,5 milioni di tonnellate: per avere di un’idea dei volumi di cui si parla, si può dire che è come aver messo su strada una fila ininterrotta di 181.287 Tir, per 2.500 chilometri, praticamente da Trapani a Berlino.
Principali protagonisti dei crimini ambientali sono le imprese e faccendieri, ma le mafie continuano a svolgere un ruolo cruciale, fanno da collante tra molte figure. I clan censiti e attivi nelle varie forme di crimine ambientale sono 331 e il fatturato dell’ecomafia secondo Legambiente è salito, in un anno, di oltre il 9%, a quota 14,1 miliardi.
Passando alle colate di cemento, al consumo del territorio, all’assalto ininterrotto alle coste italiane, sono 17mila le nuove costruzioni abusive censite nell’ultimo anno. Si tratta di abusivismo classico, speculazioni immobiliari, ma anche costruzioni meno appariscenti. E intanto rimane ancora molto da fare pure sul fronte delle demolizioni.
Sono in crescita i reati nel settore agroalimentare, che toccano quota 37mila.
Sono stati 719 i furti di reperti archeologici e di opere d’arte, anche quelli in crescita rispetto al 2016. Un terzo delle aggressioni al patrimonio culturale e storico del Paese è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. 148 furti sono stati compiuti nella sola Campania.
Il Rapporto Ecomafie – ha sottolineato il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – presenta numeri, illustra fatti che consegnano al Parlamento e al Governo una vera priorità: quella di difendere il Paese dall’illegalità ambientale.
Legambiente ha quindi indicato un quadro articolato di proposte, 10 in tutto, su questo versante: ha chiesto tra l’altro di completare il percorso avviato tre anni fa con la legge sugli ecoreati, di affidare allo Stato la competenza sulle demolizioni degli abusi edilizi.
Legambiente ha chiesto inoltre di istituire al più presto la nuova commissione d’inchiesta sulla vicenda dell’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e del tele cineoperatore Miran Hrovatin.
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