Magliette rosse, polemiche su flash mob di Libera
È polemica sull’iniziativa #magliettarossa promossa dal presidente di Libera contro le mafie, don Luigi Ciotti per «fermare l’emorragia di umanità, per un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà», che si è svolta sabato 7 luglio a Roma. Esponenti della Lega hanno criticato l’adesione alla manifestazione da parte di alcuni giornalisti di RaiNews24, accusati di compromettere con il loro comportamento la neutralità del servizio pubblico radiotelevisivo. «Si tratta di un’iniziativa vergognosa e deontologicamente imbarazzante per i giornalisti che la compiono», ha detto Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni.
Ecco cosa hanno risposto il Cdr di RaiNews24, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani: «Essere Servizio Pubblico significa incarnare un ruolo importante nella nostra democrazia. Una democrazia che si fonda sui diritti. Alcuni giornalisti di RaiNews24 non hanno indossato divise di partito, ma hanno aderito invece ad iniziative di solidarietà in difesa dei diritti umani. Essere dalla loro parte significa essere super partes. Non si comprende dunque che differenza ci sia tra l’indossare qualcosa di rosso nella giornata contro la violenza sulle donne e una maglietta dello stesso colore per l’iniziativa lanciata da Libera. Nel rispetto della libertà di espressione prevista dalla Costituzione e della deontologia professionale, il Cdr di Rainews24 ritiene ciascuno libero di sostenere una causa che afferma i diritti umani».
PER APPROFONDIRE
In difesa dei giornalisti di RaiNews24 anche i Comitati di redazione delle altre testate giornalistiche Rai. Di Seguito i loro comunicati.
Migranti: Cdr Tg3, magliette rosse iniziativa di solidarietà
«Aderire ad iniziative di solidarietà e in difesa dei diritti umani non vuol dire scegliere una parte politica, ma proclamare l’inviolabilità di principi fondamentali per la democrazia, peraltro perfettamente in linea con quegli stessi valori espressi dalla Costituzione cui si impegna ad ispirarsi sia chi giura assumendo un incarico pubblico sia la Rai, i suoi giornalisti, nell’adempiere alla missione di Servizio Pubblico». Lo scrive il Comitato di Redazione del Tg3 sulla vicenda delle magliette rosse in un comunicato.
Il Comitato di Redazione, ricorda che «i giornalisti di RaiNews24, come tantissimi altri giornalisti, non solo della Rai, e una moltitudine di cittadini, non hanno indossato divise di partito, o lanciato slogan a favore o contro questo o quell’altro, per una o l’altra idea: hanno manifestato per l’iniziativa lanciata da Libera – che notoriamente non è un partito politico – come hanno fatto, per esempio, nella giornata contro la violenza sulle donne, o nel corso di iniziative contro la mafia».
Il Cdr del Tg3 sottolinea che «la scelta di ciascuno a sostegno dei diritti umani è avvenuta – e può essere adottata in ogni caso – nel rispetto della libertà di espressione e della deontologia professionale». Il Tg3 manifesta «preoccupazione per i propositi punitivi manifestati in questa occasione da esponenti politici della maggioranza, che peraltro arrivano dopo dichiarazioni sulla Rai, che, in questa stagione, secondo un copione già visto in quelle precedenti, paiono andare in direzione opposta a quella di una autonomia dell’azienda e dei suoi giornalisti da ogni forma di condizionamento». (Agi – Roma, 8 luglio 2018)
Migranti: cdr Tg2, scelta colleghi RaiNews legittima
Il Cdr del Tg2 «respinge con forza gli attacchi del deputato della Lega, Alessandro Morelli, ai colleghi di RaiNews24, che da liberi cittadini e professionisti del servizio pubblico hanno aderito a una campagna umanitaria promossa dall’associazione antimafia Libera di don Ciotti e condivisa – tra i tanti soggetti – anche dall’UsigRai». È quanto si legge in una nota.
«Indossare una maglietta rossa – afferma il comitato di redazione del Tg2 – voleva ricordare tutti i bambini migranti – in fuga da fame e guerre – morti durante le traversate della speranza. Bambini cui le mamme fanno indossare le magliette rosse, più visibili ai soccorritori. Bambini che dentro quelle magliette rosse continuano a morirci. Un gesto di pace e solidarietà per fermare una strage che si consuma costantemente nel Mediterraneo, un segno della civiltà del nostro Paese. Un’iniziativa umanitaria, promossa da un prete e senza alcun partito o colore politico. Un’iniziativa in linea con la Costituzione e con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo – oltre che con le nostre carte deontologiche, con i trattati internazionali e con quel Contratto di Servizio che fa della Rai il Servizio Pubblico e tutti noi giornalisti del Servizio Pubblico – e che proprio per questo non può entrare in alcun modo in contrasto con il corretto svolgimento dell’esercizio della professione. Quindi una scelta di coscienza, libera e legittima, in linea con i principi del Servizio Pubblico, esercitata in un paese – a quanto ci risulta – libero e democratico».
Per il Cdr del Tg2 «la presa di posizione contro i colleghi di Rai News, con un atteggiamento che appare vessatorio e punitivo con l’auspicio – addirittura – di provvedimenti disciplinari dalla Commissione di Vigilanza, è una strumentalizzazione politica e propagandistica, con finalità di minaccia – questa sì – all’indipendenza e all’autonomia dei giornalisti della Rai». (Agi – Roma, 8 luglio 2018)
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