Articolo 21 premia le “schiene dritte”
«Anche quest’anno l’Associazione Articolo 21 liberi di… ha consegnato i premi per la libertà di stampa (promossi insieme alla Federazione nazionale della stampa italiana – Fnsi, l’Ordine dei giornalisti, l’UsiGrai e la Casagit) a tanti colleghi “con la schiena dritta”, esponenti del mondo della cultura e della società civile, che s’impegnano per la libertà di parola, di pensiero, per la giustizia e la legalità», una premiazione e una festa per l’Associazione, afferma il direttore di Articolo 21 Stefano Corradino «che, come gesto simbolico, abbiamo deciso di tenere nel giardino della Casa Internazionale delle Donne in via della Lungara 19; un luogo di iniziative storiche importanti e che oggi vive il peso della minaccia di una possibile chiusura da parte delle istituzioni locali; un luogo simbolo dell’autodeterminazione delle donne diventato nel tempo un laboratorio che intreccia accoglienza, aiuto; un archivio storico importante sul movimento femminista, unico nel nostro Paese». Proprio alla memoria, prosegue Corradino, ieri sera ha fatto riferimento l’ultra novantenne, ex staffetta partigiana Tina Costa «tra le prime a ricevere il Premio di Articolo 21, ricordandoci – prosegue Corradino – che la sua lunga militanza antifascista risale all’età di sei anni, quando decise di non indossare la divisa del regime. Ieri, Costa, ha colto poi l’occasione per lanciare un appello prezioso, quello di esercitare quotidianamente “una resistenza contro vecchi e nuovi fascismi e contro ogni forma di oppressione”».
Il Premio annuale per la libertà d’informazione, oltre alla citata Tina Costa, è andato ad altre figure «che si sono distinte per la difesa dei valori racchiusi nella nostra Costituzione – dice ancora a Riforma.it Corradino –: Aboubakar Soumahoro, l’italoivoriano dirigente sindacale Usb che si batte per i diritti dei braccianti; al conduttore di Propaganda Live Diego Bianchi (Zoro) di La7 per aver acceso i riflettori sulle baraccopoli di San Ferdinando dove è stato ucciso Soumaila Sacko; al giornalista Nello Scavo, autore per Avvenire di importanti reportage dalla Libia su migranti e guardia costiera libica e, recentemente, del libro The Fake Pope sugli insulti e le calunnie contro Papa Francesco.
Aboubakar, salendo sul palco per ricevere il riconoscimento, ha rivolto ai presenti un invito dicendo che è «dagli sfruttati che dobbiamo ripartire: dai lavoratori neri e bianchi sottopagati nei campi; ma anche dai rider che operano per le strade. Ripartire dai giornalisti precari che scrivono pezzi e propongono inchieste, importanti per la società, per pochi euro a pezzo. La nostra battaglia – ha concluso il sindacalista –, dev’essere quella contro le nuove schiavitù».
«Il Premio ricevuto – ha ricordato il giornalista d’inchiesta Nello Scavo – e la motivazione che ne è stata data, mi responsabilizzano e confermano una volta di più la necessità di un “giornalismo di prossimità” che richiede l’incontro con l’altro nei luoghi attraversati dalla storia».
Un riconoscimento, altrettanto simbolicamente importante, è stato assegnato a Mariangela Gritta Grainer, già presidente dell’Associazione Ilaria Alpi, arrivato a pochi giorni dalla scomparsa della madre di Ilaria, Luciana, e mentre si è in attesa di un pronunciamento definitivo del Tribunale di Roma sull’archiviazione del caso. Un altro omaggio, Articolo 21 l’ha conferito a Giulio Cavalli, attore, scrittore e regista, «per la sua “schiena dritta” e il suo impegno sociale e per aver nel 2009 messo in scena il monologo Do ut Des, uno spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi, ricevendo per questo motivo minacce mafiose» che oggi lo costringono a vivere sotto scorta; costrizione che lo accomuna alla situazione, altrettanto difficile, del giornalista e presidente di Articolo 21 Paolo Borrometi e di Roberto Saviano che ritirerà invece il Premio in un’occasione diversa perché impossibilitato e che nel messaggio di partecipazione morale alla serata e ringraziamento, ha scritto: «Ringrazio Articolo21 per questo premio, tanto più perché arriva in un momento difficile, e non solo per me. Difficile come altri vissuti prima d’ora, ma che oggi ha un carico anche maggiore, perché gli attacchi da questa politica arrivano perché io, perché noi – dice Saviano – proviamo a riportare il dibattito sull’immigrazione su un piano civile e concreto. Da un lato, la necessità e il dovere di occuparci chi ha bisogno di aiuto e dall’altro, la consapevolezza che aiutando loro, aiutiamo noi stessi».
Del ruolo dei giornalisti minacciati e di Paolo Borrometi ha parlato nel suo intervento di apertura il presidente Fnsi Giuseppe Giulietti. “E’ di pochi giorni fa – ha ricordato Giulietti – la sentenza di condanna a due anni e mezzo per l’autore delle minacce a Paolo Borrometi. Un fatto importante che dimostra che è importante denunciare. Ma oltre alla denuncia di chi subisce le minacce è altrettanto fondamentale il ruolo dei giornalisti e della società civile nel non lasciare soli i colleghi intimiditi”.
Alla serata, che per l’occasione vedeva tra i premiati anche il luogo ospitante la Casa Internazionale delle donne, hanno partecipato studenti e docenti di scuole romane e del Lazio aderenti al Concorso ideato dall’intellettuale Renato Parascandolo «Riscriviamo l’articolo 21 della Costituzione» sulla libertà d’informazione e promosso da Articolo 21, Fnsi, Miur e l’Associazione Italiana Costituzionalisti.
«La festa – ha ricordato infine la portavoce nazionale di Articolo 21, Elisa Marincola – è stata l’occasione per confrontarsi sulle gravi emergenze che pesano sulla vita democratica del nostro paese: l’odio verso l’altro, il diverso, che arriva fino all’omicidio, come avvenuto per la morte di Soumaila Sacko a San Ferdinando, la lotta alle mafie cancellata dall’agenda di governo mentre nel mirino finisce chi contro le mafie si batte da sempre pagando di persona; la repressione del dissenso che preme su cronisti e media; la cancellazione della memoria e l’indifferenza per le richieste di verità e giustizia che arrivano da familiari e cittadini per i grandi misteri della nostra storia recente, dall’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Giulio Regeni; i respingimenti dei disperati che cercano scampo sulle nostre coste».
Spazi di riflessione della serata sono andati anche alla repressione nei confronti della stampa libera in Turchia e alla situazione dei media sotto attacco in altri paesi, anche europei, con la proiezione del reportage di Antonella Napoli a Istanbul per Articolo 21 e Fnsi, al processo ai redattori e ai vertici editoriali di Cumhuriyet, storico quotidiano turco di opposizione e che si è concluso con la condanna di 13 giornalisti lo scorso 25 aprile.
Daniela Amenta e Nicola Alesini hanno contribuito alla serata con uno spettacolo musicale, voce e sax, tra Emigrazione e Resistenza.
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