La dignità dei corridoi
Rispetto a tutto il clamore mediatico che si è creato attorno all’accoglienza mancata – veri e propri respingimenti – che rappresenta una vergogna non per la civiltà europea, per le sue radici cristiane e per chissà quale altro nobile e solenne movente, ma semplicemente per l’umanità, c’è chi fa.
La mattina del 26 giugno sono atterrati “all’aeroporto di Fiumicino dal Libano 39 profughi, otto famiglie con 23 minori di cui tre bambini e due persone singole, grazie ai corridoi umanitari promossi da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola Valdese, Comunità di Sant’Egidio, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Quasi tutti siriani, sei i palestinesi, si aggiungeranno alle 1575 persone arrivate in Italia, in Francia e in Belgio, in modo legale e sicuro dal febbraio 2016”.
Lo stesso dicasi per i 200 profughi arrivati grazie al progetto dei corridoi umanitari attivati dalla Conferenza Episcopale Italiana con l’8 per mille (saranno 500 in due anni). Il tutto senza un solo euro a carico di fondi pubblici, ovvero a costo zero per lo Stato.
Si potrebbe proporre al ministro degli interni di potenziare questa modalità che rispetta la dignità delle persone ed evita drammi, tragedie (e sceneggiate) per le quali saremo (lui e noi) duramente giudicati dalle generazioni future?
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