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Lecco, una corsa per Fiore e Paolo

Luca Cereda il . Cultura, Giovani, Lombardia, Memoria, Progetti e iniziative

DSC_6712Testimone.

Il testimone è una persona che, assistendo a un fatto può attestarlo, cioè farne fede, affermarne pubblicamente la veridicità, o dichiarare come esso realmente si è svolto. Questa parola ha una radice radice profonda, conserva dentro di sé, nella sua etimologia, un verbo greco dal doppio valore: da un lato significa ‘vedere’, dall’altro invece ‘sapere’, ‘conoscere’. Essere testimone vuol dire quindi essere presenti, vedere con i propri occhi, essere partecipi ed attivi di ciò che accade, ed allo stesso tempo vuol dire sapere ciò che si sta svolgendo davanti ai tuoi occhi, conoscerlo a tal punto che tu stesso diventi un segno, una traccia di quell’azione.

Nello sport, la parola testimone assume un’ulteriore senso, diventa uno strumento: è un bastoncino che, nelle corse a staffetta, dev’essere consegnato da un atleta all’altro della stessa squadra. Ogni ogni corridore compie una frazione del percorso totale che soltanto il testimone percorre. Il testimone è ciò che parte e ciò che deve arrivare alla fine, passando dalle mani dei vari frazionisti. Ieri, giovedì 17 Maggio, il concetto di ‘testimone’, in tutte queste sue sfumature di significato, ha assunto la forma di oltre 300 ragazzi delle scuole medie e superiori del lecchese che hanno partecipato alla staffetta di Libera la Natura che ha fatto tappa a Lecco, in un bene, una pizzeria, confiscato nel 1992 alla famiglia ‘ndranghetista dei Cocco-Trovato e restituito un anno fa alla collettività nella forma di un ristorante-pizzeria dal profumo della legalità: “Fiore – cucina in libertà”.

DSC_6233In questo luogo speciale, i ragazzi, questi futuri uomini e donne, hanno dimostrato di essere già ora cittadini, già ora testimoni. Lo hanno affermato attraverso la loro presenza interessata, presenza che è stata il frutto di un percorso di formazione, durato tutto l’anno scolastico, affrontato insieme ai formatori del Coordinamento di Libera Lecco e con la preziosa collaborazione degli atleti del gruppo sportivo dei Carabinieri della sezione Forestale.

Questi ragazzi, questi studenti sono stati presenti, quindi, testimoni di questo evento ma sono stati anche testimoni consapevoli, formati ed informati, sono stati loro stessi segno e rappresentazione dei valori che lo sport trasmette: la competizione che prende forma attraverso il rispetto dell’avversario e del proprio compagno di squadra, del proprio corpo. Un corpo che va tenuto con riguardo, spinto fino al suo limite agonistico nell’osservanza delle regole sapendo che la lealtà sta sia nel vincere che nel perdere con le proprie forze.

Libera la Natura promuove infatti lo sport come veicolo di legalità, di rispetto delle regole: ed eccoli qui, più di 300 studenti che sono testimoni, segni di questi valori che lo sport insegna, testimoni e simboli di come formare ed educare i ragazzi sia una scommessa vinta già ai nastri di partenza. La staffetta è non solo un a forma di di sport, ma tramette anche un messaggio moto forte: il bastoncino nella staffetta non lo si porta da soli, ma viene consegnato al compagno della frazione successiva. La staffetta insegna quindi a gareggiare come un Noi, come una squadra che si trasmette il testimone, il testimone che riporta la scritta “Liberi tutti” ed è forma viva dei valori di cittadinanza consapevole.

DSC_6096Il primo ‘frazionista’ di questa staffetta, il primo a credere in questi valori e soprattutto a credere che i ragazzi dovessero essere considerati già cittadini e già testimoni di giustizia e libertà, è stato Paolo Cereda. Paolo, ex-coordinatore di Libera Lecco scomparso a settembre, ha sempre creduto, con forza e determinazione nell’idea e nell’utilità di educare gli studenti alla legalità, spendendosi lui stesso, con passione e impegno, come formatore. Il suo obiettivo è sempre stato rendere i ragazzi testimoni attivi di quei valori, per riempire quei concetti che altrimenti rischiano di essere vuoti o astratti, di vite e di esperienze di legalità intrecciatesi anche qui, sul territorio di Lecco, di memoria, memoria viva che ora comprende anche lui.

Paolo Cereda, è stato ricordato così da don Luigi Ciotti: “Oggi sentiamo Paolo vivo e il miglior modo di averlo accanto noi è la memoria viva, quella che si trasforma ogni giorno in responsabilità e impegno, in fatti e concretezza. Siamo piccoli, ma tutti insieme possiamo realizzare il sogno di persone come Paolo, quello di restituire alle collettività questo luogo, tanti luoghi in Lombardia, ville dei boss trasformati in asilo nido, beni confiscati tramutati in ricchezza sociale, luoghi per dare vita alle persone”.

Don Luigi e Paolo, due persone e due vite che si intrecciano e trovano un legame profondo in quella parola che ritorna ancora: testimone.

DSC_6058Tutti gli elementi che si radunano sotto il concetto di testimone, quelli trasmessi da Don Luigi, da Paolo, dall’esperienza degli atleti e dalla storia di una posto come Fiore, sono incarnati in quel testimone di legno, di un legno speciale, tratto dal legno di uno scafo usato dai moderni mercanti di schiavi sbarcati sulle nostre coste, che i ragazzi hanno passato di mano in mano condividendo insieme agli altri, proprio quei concetti e quelle idee di giustizia, di rispetto, di legalità e libertà che ora conoscono perché anche loro ne sono testimoni concreti. Ora questi ragazzi sanno che quei valori sono vivi e che hanno bisogno delle loro gambe, della loro corsa per crescere e per svilupparsi attraverso i loro incontri, le loro relazioni e i loro rapporti di vita, di tutti i giorni. Questi valori, che passano da Don Luigi e da Paolo alla staffetta dei ragazzi, sono il collante per costruire a Lecco e in tutta Italia una collettività consapevole, una collettività testimone della bellezza delle sue regole, consapevole della bellezza che si genera dal loro rispetto e una collettività che sa assaporare il gusto della pizza di Fiore e che sa condividere profumo speciale che la corsa di Libera la Natura ha lasciato nella memoria di tutti i ragazzi.

Foto di Gian Battista Tita Raffetti

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