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Al fianco di Paolo Borrometi, “a schiena dritta”

Lorenzo Frigerio il . L'analisi

paolo bLibera Informazione è con Libera al fianco del coraggioso collega e amico fraterno Paolo Borrometi, in questo momento difficile in cui è stato disvelato il progetto d’attentato alla sua vita.

Siamo grati alle forze dell’ordine e alla magistratura di avere fatto saltare il piano omicida e ci auguriamo che presto mandanti ed esecutori siano individuati e messi in condizione di non nuocere.

Purtroppo questo è solo l’ultimo in ordine di tempo degli episodi di minacce e violenze nei confronti di giornalisti e testate, impegnati a raccontare quotidianamente la presenza delle mafie sui nostri territori.

Di quanto sta accadendo oggi in Italia dobbiamo prendere coscienza, con seria preoccupazione ma con rinnovata determinazione nel rigettare al mittente ogni tentativo di mettere a silenzio le voci scomode. Dobbiamo altresì rimarcare come questi episodi si collochino in un contesto di silenzio assordante da parte della politica, di tutta la politica sui temi della lotta alle mafie e alla corruzione.

La recente campagna elettorale ha rimarcato questo silenzio in modo davvero imbarazzante e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Questo silenzio assordante però è stato ed è tuttora letto anche dalle stesse organizzazioni criminali che si sentono legittimate ad alzare la testa, se mai l’abbiano abbassata.

Bisogna rompere questa tacita accettazione dello status quo e il mondo del giornalismo, nelle sue diverse espressioni sindacali ed associative, oltre ad assicurare vicinanza e solidarietà, devono produrre iniziative in grado di riaccendere i riflettori sul fenomeno mafioso che non è un’emergenza, ma un dato strutturale del sistema politico, economico, sociale del nostro Paese. Se così non fosse la battaglia contro le mafie sarebbe stata vinta da tempi e colleghi come Paolo Borrometi, Federica Angeli, Sandro Ruotolo, Michele Albanese, Lirio Abbate, Giovanni Tizian, Roberto Saviano e altri non sarebbero costretti a vivere sotto la protezione delle forze dell’ordine.

Per questi motivi Libera Informazione e Libera sono al fianco di Paolo Borrometi e degli altri colleghi, “a schiena dritta” come ci ha insegnato il fondatore di Libera Informazione, Roberto Morrione e sono disponibili ad ogni iniziativa utile a squarciare il silenzio sulle mafie.

Non un passo indietro, facciamo in modo che a sentirsi isolati siano i mafiosi e non i giornalisti impegnati a denunciarne affari e collusioni.

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