Una busta con proiettile per Federica Angeli
Una busta con un proiettile dentro è stata recapitata ieri pomeriggio alla redazione romana del “Il Fatto Quotidiano”. Quella busta era per Federica Angeli, giornalista de “La Repubblica”, che vive sotto scorta dal 2013 dopo le minacce di morte ricevute a seguito di alcune sue inchieste sulla malavita romana e in particolare per quelle sulle attività del clan Spada di Ostia.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sulla vicenda. Alla Digos e alla Squadra Mobile, che hanno sequestrato il plico, spetta la stesura delle informative, mentre la Scientifica si occuperà di fare tutti gli accertamenti del caso.
“Volevate farmi sentire che sono nel mirino? – scrive la giornalista sulla sua pagina Facebook-. Lo sapevo già. Non c’era bisogno vi scomodaste. Volevate rovinarmi la giornata e farmi tremare lo stomaco? Ok. Bravi. Ma domani passa”. E poi conclude: “Anche se ce la mettono tutta per farci passare la voglia di lottare, noi siamo qui. A schiena dritta. #amanodisarmata”.
Il 19 aprile prossimo Federica Angeli testimonierà nel processo che vede accusati di tentato duplice omicidio Carmine Spada, ritenuto dagli inquirenti il capo del clan omonimo, e il nipote Ottavio. A sostenerla ci saranno La Federazione Nazionale della Stampa e il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, insieme a Libera, Libera Informazione, Usigrai, Articolo 21 e No Bavaglio.
Alla collega va tutta la nostra solidarietà. A schiena dritta, come diceva Roberto Morrione, sempre!
Trackback dal tuo sito.