Lainate, marcia della legalità
La verità è che ogni anno il 21 marzo ci insegna qualcosa. Non importa a quante manifestazioni tu abbia partecipato, quelle 24 ore possono insegnarti tanto.
Ogni presidio di Libera dedica tutto l’anno associativo nella preparazione e nell’organizzazione della Giornata della memoria dell’impegno. Anche noi del Presidio Giorgio Ambrosoli di Arese e dintorni abbiamo dedicato mesi, giorni di ferie, permessi al lavoro, infinite chiamate e scambi di email per la creazione di relazioni, idee e momenti di formazione per arrivare pronti. Per noi è una soddisfazione e motivo di orgoglio sapere che negli anni molte scuole, Comuni e associazioni, condividono con noi l’importanza della giornata con molteplici manifestazioni.
Quest’anno a Barbaiana, frazione di Lainate, abbiamo vissuto emozioni contrastanti e altalenanti: la felicità nella intitolazione di una via a Falcone e Borsellino e la contemporanea installazione delle targhe in ricordo delle vittime innocenti delle mafie in un lavoro collettivo di impegno e di memoria in collaborazione con scuola e amministrazione comunale, la desolazione nel vedere le targhe divelte e rovinate, non una ma per tre volte nei cinque giorni successivi, e la forza di ricominciare tutti insieme subito dopo.
Le ore successive alle prime informazioni sugli atti vandalici contro le targhe, sono state segnate da vero sconforto ma la risposta è stata immediata e la solidarietà ancora più forte. Ci siamo sentiti responsabili per l’attività proposta al territorio e per le conseguenze che ha comportato, e per questo non siamo rimasti in silenzio. Martedì 27 marzo abbiamo organizzato insieme alle associazioni, alla scuola, al Comune e all’incredibile forza del comitato genitori della Scuola Tobagi di Barbaiana, una bellissima “marcia della legalità”. Una camminata colorata lungo le strade della città per farci vedere, per dire che, e usiamo le parole lette dai ragazzi, “Noi, generazioni future, siamo orgogliosi della scelta di dedicare, proprio la via vicina alla scuola ai due giudici Falcone e Borsellino e alle vittime innocenti della mafia. Ci aspettiamo che le targhe siano rimesse al loro posto al più presto; non serviranno cemento, viti e bulloni perché, se sarà necessario, ogni volta le rimetteremo noi dove è giusto che stiano” e ancora “potrete distruggere tutte le targhe ma non la nostra libertà”.
I segni di violenza contro le targhe di cui siamo stati spettatori hanno dato il potere ad ognuno di noi di ribellarci e di costruire qualcosa di ancora più bello. Da martedì siamo tutti sentinelle attive e monitoranti di quella via e dell’importanza della bellezza. Allora è proprio vero che il 21 marzo non è la fine di un percorso, ma l’inizio di un impegno collettivo, più grande!
Trackback dal tuo sito.