“Argentina senza traffico di droga”
La campagna denominata “Argentina senza droga”, promossa dalla presidenza della Repubblica agli inizi del 2017 dopo che le varie autorità del Paese avevano riconosciuto il ruolo strategico di “ponte” della cocaina verso l’Europa, si è conclusa con un bilancio sostanzialmente positivo. Non soltanto sul piano del contrasto al narcotraffico che ha visto comunque risultati sicuramente interessanti – se si pensa ai 4.881kg di cocaina sequestrati nel primo semestre del 2017 (sono gli ultimi dati disponibili) con un incremento del 144% rispetto allo stesso periodo del 2016, alle 112.782 pasticche di droghe sintetiche (un più 188% rispetto al 2016) e ai 60.424kg di marijuana (+ 12,27% rispetto al 2016) -, ma anche alle varie iniziative politiche adottate per un’azione di coordinamento che, in passato, era sempre stata carente.
Così è ripresa a livello centrale la raccolta dei dati statistici sulle attività svolte in periferia dalle varie forze di polizia federali, forze di polizia – queste – che sono tornate a far parte dell’Associazione delle Polizie del continente americano. Sono state potenziate le diverse articolazioni della Polizia federale impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico, istituendo 31 nuove unità dipartimentali dislocate in tutto il Paese; è stato migliorato il trattamento stipendiale del personale di polizia; è stato rivitalizzato il Consiglio di Sicurezza per un più efficace coordinamento con le 23 polizie provinciali (l’Argentina è una Repubblica Federale composta da 23 province ed un Distretto Federale dove ha sede la capitale).
I forti legami etnici dell’Argentina (circa un milione, al 31 dicembre 2017, i cittadini italiani regolarmente iscritti all’AIRE) con il nostro Paese si sono consolidati, nel tempo, con accordi d’interesse commerciale, scientifico, culturale, in materia penale e, per ultimo, con l’Accordo intergovernativo in materia di cooperazione di polizia firmato a Buenos Aires nel 2017. La capitale Buenos Aires, peraltro, con oltre 300mila cittadini italiani ospita la più grande comunità italiana al mondo. Questi eccellenti rapporti hanno permesso alle forze di polizia italiane ed argentine lo svolgimento di importanti operazioni antidroga anche nel corso del 2017, concluse con arresti e sequestri di consistenti carichi di cocaina, tra cui quelle indicate in codice Yemen 2016, Pescado Blanco, Salgar, Mephisto, Cuervo, Pedras Blancas, Tesia, Magma.
Sempre alto il numero dei corrieri che vengono arrestati lungo le rotte aeree Buenos Aires- Madrid (4 i voli giornalieri) e Buenos Aires- Roma (2 voli giornalieri) con la droga che viene spesso nascosta, con la complicità del personale aeroportuale, all’interno dei sistemi idraulici nei bagni degli aerei da dove viene prelevata durante il volo. Ventisei i cittadini italiani che a metà del 2017 erano detenuti nei penitenziari argentini per fatti collegati alle droghe (su una popolazione carceraria di 11.878 persone di cui 2.638 stranieri, secondo dati forniti dal Servizio Federale Penitenziario), mentre una decina di connazionali erano in carcere per altri delitti tra cui violenza sessuale, furto, lesioni, tentata estorsione, contrabbando di valuta, detenzione illegale di arma). Permangono aspetti di criticità, già segnalati in passato, relativi al sistema di contrasto al riciclaggio, dopo l’approvazione in Parlamento della legge-sanatoria che ha consentito il rientro di capitali in valuta straniera non regolarmente dichiarati alle autorità fiscali e monetarie e senza alcun obbligo di precisare all’AFIP (Amministrazione degli Ingressi Pubblici, corrispondente alla nostra Agenzia delle Entrate), né l’origine dei capitali né la data in cui erano detenuti. Reale, dunque, il rischio che il mercato finanziario argentino sia diventato di particolare interesse anche per le organizzazioni criminali internazionali.
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